CAGLIARI. “Sarebbe bello dargli una bella fucilata quando sono fermi qui”. “A fuoco incrociato, te la immagini una cosa così?”. E ancora: “Quando inizi ad ammazzarne due o tre lo sai che ci pensano? Gli bussano alla porta, una fucilata in faccia e cammina, serve gente svelta”.
Così parlavano Giovanni Vacca, 43 anni, di Sarroch, e il compaesano Mario Mallus, 80 anni. Bracconieri, incendiari e pronti anche a uccidere le Guardie forestali che indagavano sulle loro attività illecite. I due sono stati arrestati questa mattina, nell'ambito di un'inchiesta condotta dal Corpo forestale della Sardegna. In manette anche Salvatore Caboni, 60 anni, sempre di Sarroch: per lui l'accusa è di detenzione illegale di armi.
Giovanni Vacca e Mario Mallus
Tutto è partito il 30 marzo del 2019, quando gli agenti del corpo forestale di Pula hanno trovato un tubo fucile, arma privilegiata dai bracconieri, nascosto sui monti di Villa San Pietro. Da quel ritrovamento sono partite le indagini, che hanno condotto al nome del fabbricatore dell'arma, ossia Vacca. Con Mallus ne commentava il florido commercio. Stando a quanto emerso sarebbero stati vendute almeno cinque di quelle micidiali armi. I loro dialoghi sono stati intercettati da microspie piazzate nell'auto e nei telefoni. Insieme commentavano anche le indagini e le perquisizioni già eseguite a loro carico. E cercavano vendetta: dalle loro chiacchierate emerge che stessero pianificando di appiccare un incendio per far intervenire i Forestali, due in particolare, e poi freddarli a fucilate, con un fuoco incrociato. Avevano anche cercato di capire dove abitasse uno dei due che avevano virtualmente inquadrato nel mirino. L'intenzione era di fargli saltare in aria la casa.
Nel frattempo, e il dato emerge ancora dalle intercettazioni, meditavano anche di uccidere una terza persona: erano convinti che fosse la spia che aveva fatto il loro nome agli inquirenti.
C’è poi un altro filone legato a questa vicenda, quello dell’attività di bracconaggio e detenzione di armi clandestine. Per questo sono state indagate quattro persone a piede libero: i fratelli Luciano Caboni, nato a Sarroch nel 1952, e Tarcisio del 1955, Giovanni Pinna, nato a Sarroch nel 1950, Angelo Soddu, nato a Villa San Pietro nel 1950. Un altro fratello del Caboni, Salvatore, nato a Cagliari 60 anni fa, è finito agli arresti domiciliari per detenzione illegale di armi. Era lui a gestire il primo fucile che ha fatto aprire l'inchiesta.