CAGLIARI. Solo "Lega"? O "Lega Salvini Premier". O, ancora, "Lega Nord per l'indipendenza della Padania"? Qual è il nome esatto del partito che ha espresso 8 consiglieri regionali in Sardegna? La questione non è di poco conto. Perché c'è il rischio, stando a chi contesta la loro elezione, che chi ha depositato le liste non fosse legittimato: se così fosse il Carroccio rischierebbe di deragliare fuori dal palazzo di via Roma. E a deciderlo sarebbero i giudici del Tar, che hanno chiesto ai salviniani sardi documenti che finora non sono saltati fuori.
La vicenda emerge dalla discussione di un ricorso, presentato davanti al tribunale amministrativo, da tre non eletti: Luca Pizzuto, Pietro Cocco e Andrea Tunis. L'ennesima battaglia legale sui seggi assegnati dopo il voto del 24 febbraio. Finora la composizione dell'aula non è stata scalfita: tutti i ricorsi sono stati respinti. Ieri nell'aula di piazza del Carmine è spuntata una novità. I ricorrenti, attraverso gli avvocato Francesco Mascia e Ottaviano Cui, hanno spiegato: “Il contrassegno del movimento "Lega Salvini Sardegna" è stato presentato da Eugenio Zoffili (parlamentare della Lega) all'Ufficio centrale regionale della Corte d'Appello. Le dichiarazioni di presentazione delle liste circoscrizionali venivano sottoscritte sempre da Zoffili. Che, tuttavia, non è il rappresentante regionale del partito per difetto di regolare mandato”. Stando al ricorso esiste "il difetto di espresso mandato per il deposito del contrassegno e per la presentazione delle liste circoscrizionali, in quanto non è stata data prova dell'attribuzione all'onorevole Giulio Centemero della legale rappresentanza del movimento "Lega Salvini Premier". Centemaro, infatti, è l'amministratore federale del movimento "Lega Nord per l’Indipendenza della Padania”, ma non risulta avere analogo o altro incarico di rappresentanza nel diverso movimento "Lega Salvini Premier"”. Una questione formale che viene considerata molto sostanziale.
I consiglieri leghisti tirati in ballo (sono Pierluigi Saiu, Andrea Piras, Sara Canu, Michele Pais, Annalisa Mele, Dario Giagoni, Ignazio Manca, Michele Ennas) contestano questa ricostruzione. Ma, scrivono i giudici, "senza tuttavia depositare in giudizio alcuna documentazione". Insomma, mancano le carte sulla legittimazione. In particolare, si legge nell'ordinanza del Tar, "non risulta depositato “l’atto, datato 10.10.2017, con cui il socio Centemero è stato investito della carica di amministratore federale del movimento (che all’epoca si chiamava “Lega” tout court), foriera dei poteri di rappresentanza legale”, né la documentazione da cui risulti che la “Lega” ha successivamente acquisito la denominazione di “Lega per Salvini Premier” ed in quale data".
Il Tribunale amministrativo ha dato 30 giorni di tempo per la produzione dei documenti. Che, a questo punto, rischiano di essere fondamentali per la presenza del simbolo del Carroccio - comunque si chiami adesso - in consiglio regionale.
Il "mistero" del simbolo della Lega in Sardegna, i giudici: "Tirate fuori i documenti"
- E.F.
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