CAGLIARI. Quella sul nuraghe alto 300 metri da piazzare al porto di Cagliari? "Era un'iperbole per suscitare una discussione sul sentimento identitario". Un tema caro alla Lega e quindi anche a lui: Michele Poledrini, avvocato, che sotto il simbolo di Alberto da Giussano si candida al consiglio comunale di Cagliari. Preferirebbe che sulla vicenda calasse il silenzio, ma ormai sulla sua proposta-provocazione il dibattito - infarcito di ironia - è innescato (qui la notizia).
In un post su Facebook, ormai rimosso, nei giorni scorsi ha lanciato l'idea: ""Bisogna caratterizzare l'immagine della città per chi viene dal mare o dall'aria. Occorre costruire un nuraghe alto 300 metri che identifica la nostra terra come la torre Eiffel a Parigi, il Colosseo a Roma o la sirenetta a Copenaghen". Più una chiosa: "E questo è solo l'inizio". Forse delle polemiche, che l'avvocato leghista cagliaritano non si aspettava.
Certo, adesso tutti sanno che è candidato. Bisogna stare a vedere se questa notorietà si trasformerà in voti. E chissà cosa penseranno da via Bellerio in giù, nelle sedi sarde della Lega. Visto che pare che il partito fosse all'oscuro dell'idea del nuraghe (che, tra l'altro, essendo alto 300 metri necessiterebbe, secondo chi ha fatto calcoli rapidi, di una base di oltre 400: oscurerebbe tutta Cagliari dal mare). "Era solo una mia idea personale, via social. Ripeto: un'iperbole", assicura Poledrini.
"Il nuraghe di 300 metri al porto? Solo un'iperbole identitaria": parla il candidato leghista a Cagliari
- E.F.
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