CAGLIARI. “Siamo troppo in ritardo, le elezioni erano tre mesi fa, io per primo sono pronto a scendere di nuovo in piazza con i pastori”. Così Gianuario Falchi, portavoce dei pastori liberi che a febbraio sono arrivati a versare migliaia di litri di latte in segno di protesta contro il prezzo del latte. Oggi alla prima riunione della commissione Agricoltura era presente il Movimento Pastori Sardi capeggiato da Felice Floris, i pastori liberi e l’associazione interprovinciale pastori sardi, che hanno incontrato i componenti della quinta commissione e l’assessore all’Agricoltura Gabriella Murgia.
“Tanti pastori dicono che è tutto sulla carta ed è vero: la nostra vertenza doveva passare come emergenza, abbiamo dato possibili soluzioni ai problemi che tutti conoscono”, ha spiegato Falchi, “noi non possiamo intervenire per risolverli”.
Prossimo appuntamento il 31 maggio al tavolo ministeriale a Sassari, anche in quel caso i lavori sono fermi. “Sono state coinvolte tutte le parti in causa e domani si terrà un altro incontro con altre associazioni”. Falchi ha anche ribadito il peso del problema delle denunce piovute su decine di manifestanti. “È necessario anche in quel caso che intervenga non la Regione ma chi può: ci sono ragazzi tra i 20 e i 30 anni che non hanno fatto niente di più rispetto a quanto ho fatto io o altre persone, mi autodenuncerei anche domani, noi siamo andati per salvare il nostro lavoro e non abbiamo fatto i danni di cui si parla. Continuiamo ad aspettare”.
«Oggi abbiamo sentito i pastori, domani sentiremo associazioni di categoria, Consorsi di tutela e trasformatori – ha detto il presidente Maieli – vogliamo avere un quadro complessivo della situazione per poter mettere in campo al più presto azioni a sostegno del settore ovicaprino che in Sardegna conta oltre 18mila aziende».
I rappresentanti dei pastori hanno sollecitato soluzioni rapide per affrontare la crisi e ottenere prezzi più remunerativi dalla vendita del latte.
Secondo l’MPS occorre mettere mano a una legge che regolamenti il sistema: «Il mercato è in mano ai trasformatori – ha detto Felice Floris – non è possibile che i rischi d’impresa siano scaricati solo sui produttori. Le eccedenze di produzione devono essere gestite da altri soggetti in modo da impedire azioni speculative. La nostra proposta è quella di una legge ad hoc per stabilire, una volta per tutte, regole certe e durature».
Secondo Andrea Cinus (Aspi), un ruolo fondamentale potrebbero svolgerlo le Op (organizzazioni di produttori): «La sovraproduzione di latte va indirizzata verso mercati esteri oppure verso una trasformazione diversificata del prodotto (pastorizzazione o polverizzazione del latte)».