CAGLIARI. Due bottiglie di birra, una piena e una vuota. Un cartone di pizza e tre mazzi di fiori. Qualcuno che gli voleva bene li ha lasciati sotto il cavalcavia all'ingresso di Sant'Elia dove Riccardo Madau, nella notte tra giovedì e venerdì, ha deciso di uccidersi dopo aver picchiato a sangue la sua fidanzata, Manuela Picci. La giovane - ricoverata da due giorni nel reparto di Terapia intensiva del Brotzu - è fuori pericolo: le sue condizioni sono migliorate e non è più in pericolo di vita.
Mentre emergono nuovi particolari sulle possibile dinamica della tragedia che ha distrutto due famiglie. La versione ufficiale degli investigatori (la Squadra Mobile di Cagliari, coordinata dal dirigente Marco Basile) parla di un violento litigio finito male, con Madau che si sarebbe tolto la vita pensando di aver ucciso la fidanzata, trovata in condizioni disperate nei parcheggi della Sardegna Arena. A confermare questa ipotesi sarebbero alcuni dettagli del pestaggio, probabilmente scatenato da un attacco di gelosia: i segni trovati sul corpo della giovane di Assemini potrebbero essere causati da un grosso anello che Madau portava al dito. Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, le tracce sembrerebbero combaciare, andando così a confermare la tesi del raptus sfociato in tragedia.
Mentre imperversano i commenti sulla pagina personale del ragazzo, nonostante l'intervento dell'avvocato della famiglia che ha minacciato denunce contro tutti coloro che posteranno insulti e invettive contro la memoria del giovane (QUI L'ARTICOLO CON I VARI INTERVENTI).