CAGLIARI. Hanno indossato un camice e maschere bianche e hanno appeso al collo i cartelli con scritto: “Ricerca malattie rare”, “Ricerca Thalassemia” e “Ricerca malattie genetiche multifattoriali”. Sono i ricercatori precari del Cnr, che oggi hanno organizzato un flash mob davanti alla loro sede di lavoro, alla Cittadella Universitaria di Monserrato, per chiedere la stabilizzazione del loro contratto. “Da una parte muore la ricerca e dall’altra i nostri posti di lavoro”, è la loro accusa. Tanti anni di studio alle spalle, almeno un dottorato di ricerca, un precariato che dura in alcuni casi anche da 20 anni. Ma nonostante l’ente abbia ricevuto i soldi sia dal governo attuale che da quello precedente per stabilizzarne circa duemila in tutta Italia, solo 1300 hanno già avuto questa fortuna.
Promesse arrivate dal Consiglio Nazionale per le Ricerche, anche all'ultimo incontro a Roma, ma nessun fatto. “Il presidente è intervenuto e ci ha promesso immediate assunzioni”, ha detto Claudia Caddeo, portavoce del coordinamento dei precari. Tra loro, c’è anche chi continua a lavorare, senza un contratto, a titolo completamente gratuito. “Ho due progetti in corso, uno riguarda la thalassemia e uno il diabete di tipo 1”, ha spiegato Michela Simbula che ha 46 anni e da sei mesi si ritrova a casa, “come faccio a lasciare i miei progetti e quindi anche i miei piccoli pazienti con l’incidenza che c’è in Sardegna?”.