BOSA. Militari in assetto di guerra solcano l'unico fiume navigabile della Sardegna, il Temo di Bosa. In pieno giorno, in un qualunque martedì di gennaio. Esercitazioni, al di fuori dei confini di qualunque poligono, tra la gente. Non si spara. Ma la loro presenza non è passata inosservata. E qualcuno ha scattato foto e ripreso la scena in un video. Il commento? "Loro ci salveranno", detto ironicamente. "Pro caridade", per carità: detto seriamente.
Non è la prima volta che succede. Anche a novembre i guastatori del 5° Reggimento Genio hanno condotto, un'attività anfibia congiunta con i fanti del 152° reggimento della Brigata sassari. I guastatori hanno messo a disposizione i battelli pneumatici e le capacità di navigazione su acque fluviali. Due squadre da esplorazione avanzata del genio, nel corso dell'esercitazione, hanno effettuato una ricognizione del tratto navigabile del fiume Temo, dalla foce fino al Ponte Vecchio, nel quale i fanti del 152° hanno potuto condurre l'addestramento anfibio del plotone esploratori, navigando in acque interne per poi procedere ad uno sbarco operativo simulato su una sponda nemica.
Stavolta però, con video e foto, s'innesca la polemica: "Qui a Bosa", accusano dal comitati A Foras contro le servitù militari, "pare che l'esercito abbia libero accesso e movimento nel territorio in qualsiasi periodo dell'anno. Già durante la stagione estiva, ci siamo accorti per la prima volta dei loro movimenti, ma è stato difficile renderne testimonianza, anche solo con qualche immagine, proprio perché essendo improvvisata non eravamo preparati, ma abbiamo assistito all'occupazione temporanea della famosa Isola Rossa, di fronte alla spiaggia di Bosa Marina. In autunno, precisamente il 22 novembre siamo riusciti invece a scattare qualche immagine, e anche oggi 22 gennaio i militari sono ancora presenti e svolgono le loro svariate attività, senza che né il comune né i cittadini siano avvisati per tempo".
Un ricordo anche di qquanto accaduto due mesi fa: "Come accadde già il 22 novembre scorso, quando la cittadina bosana non fu avvertita per tempo dell'esercitazione in atto. Ci risulta che ci sia stata solo una comunicazione da parte della capitaneria di porto al comune di Bosa, che avendola ricevuta solo il giorno prima, non riuscì a mettere in moto l'iter per l'avviso alla popolazione sulle attività decise esclusivamente dai militari. Ci chiediamo come sia possibile che l'esercito abbia libero accesso e movimento in questa zona senza essere obbligato a dover comunicare per tempo la sua presenza. È lecito? che autorizzazioni hanno? Ed inoltre, dobbiamo accettare come normali queste attività nelle nostre città e nei nostri paesi, come se fosse un qualsiasi altro lavoro?"