CAGLIARI. La droga nascosta negli scarichi fognari per eludere i controlli. E le case trasformate in bunker con portoni blindati, spioncini elettronici e microtelecamere nel pianerottolo. Da lì, in alcune palazzine, partiva la rete dello spaccio in vari quartieri di Cagliari, da Sant’Elia a San Michele, fino a Is Mirrionis.
Gli spacciatori si erano organizzati alla perfezione, anche con un sistema di vedette, tanto da rendere particolarmente difficili le operazioni delle forze dell’ordine e i controlli. L’unica possibilità per smantellare la rete cagliaritana era l’impiego di agenti sotto copertura.
Così, dopo mesi di indagini condotte dalla Squadra Mobile di Cagliari e dal Servizio Centrale Operativo, sono finite in manette 32 persone, quasi tutti italiani: 24 in carcere e gli altri 8 ai domiciliari. Gli spacciatori agivano in diverse palazzine, tra via Seruci, piazza Medaglia miracolosa, via Castelli e via Flumentepido. Lì gli agenti sotto copertura hanno potuto documentare, con sistemi nascosti di videosorveglianza, l’articolata rete di droga che si era creata in diverse zone della città.
Lo spaccio veniva gestito con un sistema di vedette, che avvertivano i pusher prima dell’intervento della polizia. All’arrivo negli appartamenti, gli agenti trovavano solo deii secchi d’acqua vicino al water: la droga veniva infatti nascosta negli scarichi per poi essere recuperata solo una volta segnalato l’allontanamento delle forze dell’ordine.
Cocaina, eroina, hashish e metadone venivano vendute anche in pieno giorno, spesso vicino alle scuole superiori della zona. Nei due palazzi di via Seruci e via Castelli questa mattina è stato trovato un bottino da 40mila euro.
Cagliari, 32 arresti nei bunker dello spaccio a Is Mirrionis
- Marzia Diana
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