CAGLIARI. Non ha firmato quella proposta di legge, ma il suo nome sul sito del consiglio regionale risulta nell'elenco dei politici - di tutti i partiti, tranne Fratelli d'Italia - che vogliono introdurre la pensione integrativa per gli onorevoli sardi, con effetto retroattivo e al prezzo di 5,8 milioni di euro per il solo 2018 (qui la notizia che ha scatenato le polemiche). Nanni Lancioni, che solo da pochi mesi ha fatto ingresso in via Roma nelle file del Psd'Az, prende le distanze dal provvedimento: "La mia firma non c'è e non c'è mai stata", attacca, "quello sulle pensioni integrative a carico del consiglio regionale è un provvedimento che reputo inopportuno e non adeguato ai tempi nei quali tanti, troppi, che stanno fuori dal palazzo stentano ad arrivare a fine mese. Ritengo che questo atto, se avesse permesso di adottare delle variazioni migliorative, non andasse certo adottato nell’ultimo scorcio di legislatura". L’esponente del Psd’Az chiarisce: "Mi sono già adoperato presso gli uffici del Consiglio regionale per cercare di capire i motivi che sul sito del Parlamento dei sardi hanno indebitamente fatto comparire il mio nome tra quelli dei firmatari".
Come mai allora sul sito del consiglio regionale il nome di Lancioni c'è, pur non comparendo nel foglio firme che pubblichiamo? E davvero tutti i consiglieri regionali che risultano in calce al documento hanno impugnato la penna per sottoscrivere? Oppure, come a volte succede, c'è chi li ha fatto per altri, a mo' di pianisti alla Camera? Solo che in questo caso i provvedimento è risultato impopolare.
Onorevoli pensioni in consiglio regionale, il "giallo" delle firme
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