CAGLIARI. Il Teatro lirico di Cagliari rischia il commissariamento e il consiglio di indirizzo, organo di governo dell'ente, chiede indietro ai dipendenti 2 milioni e 800 mila euro erogati negli ultimi anni. Torna altissima la preoccupazione in via Sant'Alenixedda, dove i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione. I rumors avevano dato per imminente un tracollo. Ora sembra esserci la certificazione. Nel luglio del 2017 gli ispettori del ministero della Cultura avevano rilevato una serie di irregolarità nella gestione. Tra queste, si legge in una nota dei rappresentanti dei lavoratori, "si rilevano cifre percepite (secondo i rilievi indebitamente) dai lavoratori negli anni 2008/2009/2010/2011, che la gestione del tempo stabilì di erogare con l’intento di essere riassorbite con il rinnovo del contratto, nel frattempo mai avvenuto .Per tale rilievo, il CdI ha deliberato il 22 Settembre di avviare il recupero verso i dipendenti della cifra di 2.800.000 euro circa, ascritta a bilancio come esigibile entro 12 mesi, con apposizione del termine di 60 giorni".
I sindacati non ne sapevano niente. "Questa delibera interviene in assenza delle dovute informazioni in sede sindacale, mai fornite in tutti questi mesi, e senza quindi un preventivo confronto sui fatti riguardanti i lavoratori In conseguenza di ciò, in data 26 Settembre le Rsu indicono lo Stato di Agitazione e chiedono un incontro urgente e l’accesso agli atti. Il 28 Settembre avviene l'incontro fra OO.SS, Rsu, Cdi e Sovrintendente .La ricostruzione dei fatti relazionata dal neo Presidente Giuseppe Andreozzi, mette a nudo la mancanza di trasparenza nelle relazioni sindacali e gravi responsabilità del gestore unico Orazi e del Cdi, che fornendo a Mef e Mibac, per ben 3 volte nell'arco di quasi un anno, risposte evidentemente non esaurienti, hanno creato le condizioni in data 12 Settembre per l'avvio della procedura di cuiall'art.21 della legge 367 del 1996 che prevede entro 15 giorni lo scioglimento del Cdi e successivo commissariamento"
Cagliari, il Lirico chiede indietro 2,8 milioni ai lavoratori: va in scena il caos
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