CAGLIARI. Lui, Riccardo Madau, cagliaritano, venticinquenne, morto sotto il cavalcavia di viale Ferrara, all'ingresso del rione di Sant'Elia. Lei Manuela Picci, di Assemini, la sua fidanzata, 26 anni, trovata a terra, tra il vecchio e il nuovo stadio. Fronte, viso, corpo completamente ricoperti di sangue. Aveva anche dei lividi sulle braccia. L'auto, stando a quanto trapela dalle primissime ricostruzioni, era a 15 metri di distanza, parcheggiata di traverso. Una posizione anomala.
Questo lo scenario che si sono trovati davanti i soccorritori intervenuti poco prima delle 5 del mattino a due passi dallo stadio. Sul posto anche gli agenti della squadra Volante della Questura e gli uomini della squadra Mobile. L'ipotesi sulla dinamica della tragedia, secondo gli inquirenti, è quella del suicidio dopo un tentato omicidio: che lui forse credeva essersi consumato, dopo aver esaurito la furia cieca. Amici e parenti, ascoltati dagli agenti della Mobile diretti da Marco Basile, parlano di una coppia affiatata. I due giovani vivevano insieme ai genitori di lei, ad Assemini. E ieri sera sarebbero usciti con degli amici. Per non fare ritorno: la ventiseienne è in coma all'ospedale Brotzu.
Il ragazzo lavorava in un bar di via Santa Gilla, di fronte all'Unione Sarda. Lei lavorava nel ristorante Antica Cagliari, in via Sardegna. Chi li conosce parla di alcuni episodi di gelosia, normali tra le coppie. Ieri sera erano insieme a un gruppo di amici, nel quartiere della Marina. Pare ci sia stato un litigio, in piazza Santo sepolcro. Poi i due sono andati via verso le 3 del mattino e hanno preso la strada verso la tragedia. Gli inquirenti smentiscono che lì, sul luogo dove è avvenuta, ci fossero altre persone.