CAGLIARI. Stop agli incentivi economici ai titolari di alberghi che ospitano migranti. Basta un emendamento nella nuova legge regionale sul Turismo, votata questa mattina, a scatenare un putiferio. In sintesi: niente più aiuti a chi possiede una struttura ricettiva e non la utilizza per accogliere turisti ma per ospitare immigrati. È successo spesso: strutture ormai in disuso, perché costruite in zone poco fortunate o comunque troppo onerose da tenere in piedi con stanze piene solo per tre mesi l'anno, convertite in strutture d'accoglienza per stranieri. Il blocco degli aiuti è stato proposto dal gruppo di Forza Italia in consiglio regionale (primo firmatario Antonello Peru), mentre era in discussione la nuova normativa che regola il settore in Sardegna.
A dare fuoco alle polveri, oltre alla sostanza, anche i numeri: il testo è passato con 27 sì contro 22 no, a voto segreto.Quindi con l'appoggio di esponenti del centrosinistra. Immediate le polemiche. "Emendamento della vergogna", lo ha definito il Pd Gigi Ruggeri.
Il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia, Salvatore Deidda, ironizza: "L'emendamento del centrodestra è stato approvato. Sono impazziti", dice riferendosi al centrosinistra, "e cosa hanno gridato? Fascisti".
In aula ha sbottato il Pd Roberto Deriu. Ma sulla stessa line anche Anna Maria Busia di Campo progressist, che pone una domanda sul web.
Il consigliere regionale regionale di FdI, Paolo Truzzu, difende la nuova normativa: “È una norma di buon senso. Chi vuole fare business sull’accoglienza degli stranieri e destinare le proprie strutture ricettive all’ospitalità degli immigrati è già ben retribuito, non deve ricevere anche i fondi regionali destinati a chi, invece, vuole creare sviluppo con il turismo in Sardegna. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca”, continua, "L’emendamento, passato anche con i voti determinati di parte della maggioranza, sancisce questa logica cristallina – conclude Truzzu – chi ha smesso di fare turismo, chi non vuole migliorare la propria impresa, chi non vuole crescere e far crescere l’Isola, ma vuole vivere di assistenzialismo, non ha diritto di usufruire anche dei soldi dei sardi”.
IL CONFRONTO IN DIRETTA FRA PAOLO TRUZZU (FDI) E PIETRO COCCO (CAPOGRUPPO PD)
Sul caso interviene anche il deputato Michele Piras: "L'emendamento approvato oggi dal Consiglio regionale è incostituzionale e palesemente discriminatorio", attacca il parlamentare di Art. 1-Sdp, " La mia solidarietà ai consiglieri che hanno scelto di abbandonare i lavori e a contestare la strisciante venatura razzista del provvedimento. Ora si porti questa vicenda di fronte alla Corte costituzionale, affinché sia valutata in tale sede questa brutta pagina di storia autonomistica, partorita senza nemmeno il coraggio del voto palese".
L'INTERVENTO DI PIGLIARU. “La notizia è che oggi il Consiglio regionale ha approvato una legge che tutta la Sardegna del turismo aspettava da 33 anni. Finalmente abbiamo un Testo Unico che accorpa tante norme ed è adeguato ai tempi. Un emendamento frettoloso e approvato in modo improprio non va certo a rovinare tutto quello che c’è di buono: fin d’ora lavoriamo perché sia cancellato e sostituito”. Sono le parole del presidente Pigliaru sul Testo Unico in materia di Turismo approvato oggi dall’Aula e sull’emendamento che vieta alle strutture interessate l’accoglienza di persone richiedenti protezione internazionale nei cinque anni successivi alla concessione dei contributi. “I soldi per il turismo devono andare a sostenere l’attività turistica e quando le strutture fanno altro, che si tratti di migranti o di altre attività non strettamente turistiche, sorge un problema che va normato adeguatamente”, aggiunge Francesco Pigliaru in riferimento all’emendamento. “Ma il tema è serio e non può e non deve essere affrontato con poche righe concentrate solo sul problema di persone nei confronti delle quali abbiamo il dovere dell’accoglienza, e in più passate con la modalità inaccettabile del voto segreto. Siamo consapevoli di dover superare il prima possibile la formula di accoglienza che trasforma, anche se temporaneamente, gli alberghi in strutture ricettive per i migranti: va sostituita con una modalità diffusa, in accordo con i Sindaci dei Comuni, per riuscire nel necessario percorso di integrazione. Ma è un passaggio graduale – conclude il presidente Pigliaru – che va affrontato con una normativa adeguata alla complessità del problema, cosa che ci impegniamo a presentare in breve tempo”.