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Cagliari, flash mob contro le sentinelle in piedi: Soru condannata per un regio decreto di un secolo fa

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CAGLIARI. Condannata per aver promosso un flash mob contro le sentinelle in piedi riunite al Bastione. Il provvedimento giudiziario è stato recapitato nei giorni scorsi alla consigliera comunale del Pd, Camilla Soru. Capo d'accusa: la violazione di un regio decreto del 1931 che, all'articolo 18, punisce chi promuove una riunione non autorizzata in luogo pubblico. 

A rendere nota la vicenda, dal sapore vagamente anacronistico, è la Soru. Che spiega: "A luglio dello scorso anno le sentinelle in piedi si sono riunite al bastione di Saint Remy per protestare contro il ddl Zan al grido di “in piedi contro la legge liberticida sull’omotransfobia". Una contestazione senza ragion d'essere, perché "il Parlamento non stava istituendo alcun nuovo reato ma semplicemente includendo "genere, orientamento sessuale e identità di genere" nella struttura dei reati fondati su motivi razziali e religiosi, intervenendo a tutela delle persone LGBT+". 

Quando ha saputo del presidio dei fondamentalisti cattolico ha "deciso di presentarmi per esprimere pacificamente il mio pensiero e il mio dissenso. L’ho fatto sedendomi davanti a loro con mia figlia di tre anni e portando con me delle bandiere arcobaleno. A me si sono unite spontaneamente altre persone. Abbiamo parlato, letto testi e poesie. Tutto si è concluso pacificamente senza alcun problema di ordine pubblico".

Ma qualcuno l'aveva riconosciuta e denunciata. E "per questo motivo sono stata condannata. Per una legge anacronistica degli anni 30 si è deciso che la mia forma di libera contestazione fosse un reato". L'avvocato della consigliera ha già presentato ricorso.