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Cagliari, ha donato un pezzo di fegato per salvare la figlia di 3 anni: ora torna al lavoro in ospedale

Barbara-Pittore

CAGLIARI. Ha donato  una parte di sé, letteralmente, per salvare la vita alla sua piccola bambina. Ora Barbara Pittore, 43anni, è tornata al lavoro al Santissima Trinità, nel reparto di Otorino, ed è stata accolta dalla festa dei colleghi. 

 Lei, medico, a marzo si è resa protagonista di una vicenda che ha commosso l'Italia. Mamma di una bimba di tre anni, Greta, affetta da una rara malformazione, l'atresia biliare, per la quale alla nascita era stata sottoposta a un intervento all'intestino. Ma anche alla cirrosi epatica.

Barbara non si è mai arresa. E per anni ha cercato di risolvere il problema. La soluzione c'era: un  trapianto  di fegato. Solo che l'organo del donatore non  arrivava: hanno atteso dieci mesi, da quando si sono messe in lista d'attesa, a maggio  del 2020. Intanto le condizioni della bimba peggioravano di giorno  in giorno. Non si   poteva più aspettare.

Dall'ospedale Regina Margherita di Torino è arrivata la proposta: l'espianto da vivente. E il soggetto da cui prelevare un pezzetto di fegato è la mamma, Barbara. Che non esita un attimo. Gli interventi vengono eseguiti dall'equipe del professor Renato Romagnoli. Riescono. Barbara ha ridato  la vita a sua figlia. Per la seconda volta. 

E adesso è tornata al suo posto,  in reparto al Santissima Trinità. Per lei la festa dei colleghi. E un  mazzo  di fiori.