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Il viaggio del fotografo in solitaria lungo il Po, le donazioni destinate all'associazione Luca Noli

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CAGLIARI. Un'avventura in solitaria, in kayak, lungo il fiume Po. Settecento chilometri di viaggio: due settimane (senza tappe prestabilite) di notti in tenda, scatti e racconti sui social. All'insegna dell'ecosostenibilità, certo, ma anche della solidarietà. Perché dietro il progetto di Marzio Toniolo, insegnante e fotografo freelance di San Fiorano vissuto per vent'anni in Sardegna, c'è l'idea di destinare i fondi raccolti per il viaggio all'associazione Luca Noli, creata dopo la morte del ventitreenne di Dolianova vittima nel 2019 di un terribile incidente stradale. Luca sognava di diventare un architetto e oggi l'associazione che porta il suo nome si occupa di incentivare e divulgare, appunto, la cultura dell’architettura, dell’arte e del paesaggio. Così il viaggio del fotografo profondamente legato alla Sardegna si intreccia con un progetto di crowdfunding, organizzato nell'ottica dello scambio: per ogni donazione verrà corrisposto un premio equivalente alla donazione stessa, che sarà devoluta all'associazione. 

"Luca era un amico e un parente acquisito", dice Marzio Toniolo, "mi sembrava una buona idea sfruttare l’evento per supportare l’associazione a lui dedicata. Alcune aziende hanno deciso di aiutarmi in quest’avventura offrendomi il loro materiale tecnico, a partire dal kayak stesso. Eventuali sponsorizzazioni saranno tutte, completamente, destinate all’associazione Luca Noli".

Il resto del viaggio, fa sapere il fotografo, sarà autofinanziato. E raccontato per filo e per segno, quotidianamente, sui social. "Avrò con me un Gps, quindi chiunque potrà conoscere in tempo reale la mia posizione", spiega Toniolo, "ed eventualmente raggiungermi: mi interessa l’idea di tessere un filo di nuovi rapporti, nuove conoscenze e nuovi scambi durante il percorso". 

Un progetto nato dal desiderio di "raccontare, per immagini e con i miei diari", continua, "un viaggio alla scoperta di una fetta di territorio italiano sottovalutato e talvolta devastato dalle nefandezze del genere umano, un viaggio fatto per connettere metaforicamente e fisicamente chi, a modo proprio, vorrà farne parte. Il fiume come metafora del viaggio e di rinascita, da qui la volontà di far partire tutto questo in un momento che, per me, rappresenta la svolta dopo un anno e mezzo di pandemia". Una svolta che per il fotografo è stata segnata anche dalla fotografia: i suoi scatti dalla prima zona rossa di Codogno e durante il lockdown nazionale sono diventati famosi in tutto il mondo e sono stati pubblicati su giornali come CNN, Le Monde, Der Spiegel, NZZ, Liberation. Ora Toniolo lavora per la nota agenzia di stampa britannica Reuters. Ed è pronto per il nuovo viaggio.