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Cagliari, i piccoli supereroi contro il cancro piantano un albero: "Casi in aumento col Covid"

 

 

 

CAGLIARI. Piccoli supereroi, con le mani nella terra a piantare un melograno. Succede in via Businco 7, dove l’Asgop da sei mesi ha aperto una casa per tutti i genitori dei bambini che si ritrovano costretti ad arrivare a Cagliari per curare i loro piccoli. Oggi, simbolicamente, nel giardino condominiale è stato piantato un melograno. È la pianta che rappresenta la  giornata mondiale contro il cancro infantile. E tra le mamme dei piccoli, c’erano anche loro, i protagonisti della battaglia contro un tumore.

C’è chi non ricorda quella lotta, era troppo piccolo. “Io non mi ricordo niente, ero troppo piccolo, ma mamma e papà mi raccontano molte cose di quello che ho passato, oggi la malattia non c’è più”, dice Emanuele che oggi ha 9 anni. Gabriele, che di anni ne ha 8, invece ricorda tutto: “Sono stato ricoverato per molto tempo anziché a casa, è successo due volte per le piastrine”. Per i suoi coetanei che ancora lottano contro la malattia dice “spero che anche loro tornino a casa dai loro genitori”. “Ero ricoverato e avevo la leucemia”, dice Alessandro, anche lui ha 8 anni, “mi davano le medicine, spero che anche i bambini che ora sono in ospedale guariscano e tornino a casa”.

La pandemia ha rallentato anche il percorso di cura dei più piccoli che hanno bisogno di rivolgersi al Microcitemico. Nel 2020 sono aumentati i casi. Secondo le prime stime le nuove diagnosi sono state tra le 40 e le 50, tra le 30 e le 40 nel 2019.

“I dati sono preoccupanti”, dice Francesca Ziccheddu, presidente dell’Asgop, “a causa del covid, molte famiglie, anche del nord, si sono rivolte al Microcitemico anziché attraversare il Mediterraneo e andare in qualche ospedale nel continente”. Altro aspetto preoccupante è lo stadio della malattia dei bambini.

“Uno stadio del tumore avanzato”, dice la Ziccheddu, “sempre a causa del covid, tre o quattro casi erano diagnosi molto tardive rispetto alla norma a causa del covid, non sono state tempestive come negli anni precedenti, e adesso dobbiamo affrontare il discorso dei vaccini sia per I bambini che per i loro familiari”. Il team dell’ospedale di via Jenner ha dovuto fare i conti con 2500 giornate di ricoveri tra le nuove diagnosi del 2020 e i trecento pazienti che ruotano per day hospital, perché ogni bambino, all’esordio, può rimanere ricoverato per mesi e mesi. E se si considera che le stanze sono solo sette, significa che durante tutto l'anno sono state sempre tragicamente al completo.