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Agnello, olio e carciofi sulle tavole per le feste: "Comprate sardo, occhio ai marchi"

Agnello

CAGLIARI. Prima di acquistare guardate l'etichetta: solo i marchi Dop e Igp garantiscono che olio, carciofo spinoso e agnello destinati alle tavole per le festività siano prodotti genuini di Sardegna. È il messaggio dell'evento online “Un Natale Doc, per la tutela dei prodotti agroalimentari sardi”, organizzato dalle principali associazioni dei consumatori dell'Isola, nell'ambito del progetto “Io Consumatore Sardegna”.

Di certificazioni di garanzia e genuinità, bontà, vantaggi economici e salvaguardia del mercato locale dalle contraffazioni hanno parlato Roberto Luciano, responsabile amministrativo dei consorzi Dop dell'olio e del carciofo spinoso sardi, e Alessandro Mazzette, direttore del consorzio di tutela dell'agnello sardo Igp. Il primo in collegamento video, il secondo interpellato in un'intervista.

OLIO SARDO DOP. “Solo il marchio Dop (denominazione di origine protetta)”, ha spiegato Luciano, “garantisce che l'olio sia al 100% sardo, dalla piantagione delle olive fino all'imbottigliamento. Gli enti certificatori controllano che lungo tutta la filiera siano stati rispettati tutti i parametri previsti dal disciplinare, come la molitura entro due giorni dal raccolto. Il consumatore sa cosa compra. In altri casi no”. Sugli scaffali dei supermercati spesso c'è l'attrattiva delle offerte, con olio venduto a basso costo presentato come extravergine: “Capita. Ma difficilmente lo è. Visti i costi di produzione”, ha spiegato ancora Luciano, “un olio di qualità non può essere venduto a meno di 8 euro al litro, per tenersi bassi. Se il prezzo è inferiore, guardando ancora l'etichetta, scopriremo che si tratta di olio di olive provenienti da Paesi Ue, e non sappiamo nemmeno quali siano. Solo il marchio Dop dà garanzia”. Secondo le certificazioni Agris, nell'Isola nel 2019 sono state raccolti 2 milioni e 152.000 chili di olive destinate al Dop, trasformate in 127mila chili di olio.

CARCIOFO SPINOSO SARDO DOP. Sempre all'etichetta bisogna badare per il carciofo spinoso di Sardegna: “Pochi lo sanno”, ha rivelato Luciano, “ma è l'unico tipo che può essere mangiato crudo, grazie alle sue caratteristiche superiori. È un prodotto sardo, che trova il suo maggiore sbocco di mercato nel nord Italia: tra Lombardia, Piemonte e Liguria. Per loro il fatto che sia sardo è una garanzie di per sé. Nell'Isola viene consumato meno e si sta perdendo la tradizione: come consorzio stiamo attuando delle campagne per stimolare la ripresa della coltivazione”.

AGNELLO SARDO IGP. È tradizionalmente il re della tavola per le festività natalizie in Sardegna. Ma la pandemia rischia di avere un impatto sul mercato dell'agnello sardo Igp (Indicazione geografica protetta): “La nostra speranza”, ha spiegato Alessandro Mazzette, “è che succeda quello che si è verificato durante le festività pasquali del 2020, quando in pieno lockdown i consumi di carne d’agnello sono stati molto buoni. Quest’anno si prevedeva un annata molto positiva per il nostro settore: già da novembre abbiamo registrato un +40 % degli agnelli macellati e una tendenza del 30% in più per le macellazioni di dicembre. Ma l’incertezza legata al Covid non ha permesso la normale contrattazione delle vendite. Abbiamo registrato”, è il rilievo amaro, “una contrazione sul prezzo pagato all’allevatore del 20% in meno rispetto al 2019 ma questo non ha influenzato la qualità del prodotto”. Le temperature miti hanno favorito la crescita degli agnelli al pascolo, con un rafforzamento delle caratteristiche che rendono unica la carne sarda. Che patisce innumerevoli tentativi di imitazione e contraffazione.

IL PERICOLO RUMENO. “Il fatto che si parli sempre più frequentemente di truffe e contraffazioni”, ha spiegato Mazzette, “è legato al grande lavoro che il Consorzio di tutela in questi anni sta facendo sulla vigilanza e sulla tutela del prodotto. In questi ultimi due anni”, è il bilancio, “siamo riusciti a ottenere, in collaborazione alla autorità competenti, numerosi successi investigativi dagli agnelli rumeni spacciati per Igp alle contraffazioni delle etichette in svariati punti vendita. In questi mesi abbiamo anche lavorato sul web per scoprire gli autori di numerose etichette che venivano taroccate ad arte per creare discredito sul lavoro di tutela. Essere imitati e contraffatti”, è la conclusione di Mazzette, “indica che il prodotto è richiesto dal mercato ma che ancora tanto c’è da fare sulla promozione e valorizzazione di una filiera e della giusta remunerazione degli allevatori e di tutto il comparto”.

L'APPELLO. “Per Natale e Capodanno comprate sardo. E per avere garanzia di qualità e per tutelare i prodotti nostrani, controllate le etichette”. Questo l'appello di Andrea Falchi e Giuliano Frau (Adoc Sardegna), Andrea Pusceddu (Federconsumatori Sardegna), Michele Milizia (Casa del Consumatore) e Monica Satolli (Unione dei Consumatori), rappresentanti delle associazioni riunite nel progetto “Io Consumatore Sardegna”, contro le contraffazioni dei prodotti dell'Isola.