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La vedova sarda ai negazionisti: "Mio marito era una roccia, il virus lo ha ucciso in due settimane"

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CAGLIARI. "Ai negazionisti". Sono rivolte a loro le parole di G.D. una donna sarda, che il 13 novembre ha perso il marito a causa del virus. Racconta la malattia, le videochiamate fatte grazie a un'infermiera, il dolore di non averlo potuto abbracciare un'ultima volta. 

Ecco le sue parole. 

"Ai negazionisti. Sono passati solo 11 giorni da quando questa bestia di virus mi ha strappato mio marito. Era una roccia mio marito. Il vento, le intemperie, ci mettono secoli a erodere le rocce, questo fottutissimo virus ha eroso mio marito in 2 settimane. Ho assistito al suo supplizio, aveva dolori atroci, non mangiava più e non si alzava più dal letto. Purtroppo inizialmente non è stata fatta una corretta diagnosi, nonostante le mie innumerevoli chiamate in ospedale. Solo alla fine, quando la saturazione è scesa a 62, è stato allertato il 118 e portato in ospedale. Gli hanno messo l'orribile casco cpap, i negazionisti sanno cos'è un casco cpap?

La sensazione che si prova è quella di soffocare, di avere acqua nei polmoni, dentro quel casco si rischia di impazzire, si perde il controllo, un tubo pompa un flusso di 50 litri al secondo, il rumore dentro allo stesso è infernale ciò che si prova è come tenere fuori la testa dal finestrino di un auto in corsa a 140 km orari, e tutto questo, ininterrottamente. Ho visto mio marito in videochiamata grazie a una meravigliosa infermiera, ho assistito al suo tormento, mi diceva che era stanco...nel suo viso leggevo il terrore, le conversazioni erano rese difficili per via del casco perché lui sentiva a malapena. Ho odiato quel maledetto casco. Nell'ultima videochiamata intravedevo le sue profonde occhiaie, la sofferenza atroce riuscivo a vederla attraverso il dispositivo cpap, mi ha detto che era stanco, che io ero l'unica donna che lui avesse mai amato in tutta la sua vita, è riuscito a salutare con un clip struggente e disperato i nipotini che amava immensamente...la sua voce era un misto di rimpianto e dolore...sapeva che non ci avrebbe più rivisti, è stata l'ultima volta. Il tragico the end, è quello a cui si assiste in questo periodo crepuscolare, mio marito è morto la notte del 13 novembre, e seppellito la mattina dopo...tutto così veloce, talmente veloce da non poter assimilare nulla. Il mio strazio, non averlo potuto abbracciare un ultima volta, si muore cosi...in solitudine, senza gli affetti più cari accanto.

Ecco cosa comporta questo virus...devastazione e dolore, solitudine e rabbia. Io non auguro ai negazionisti, come fanno in tanti, di finire in terapia intensiva, non fa parte della mia etica, auguro loro che le nebbie dei loro cervelli avvolti dall'oscurantismo vengano dipanate dalla luce della razionalità e che comprendano la gravità di quanto sta accadendo...ma dubito...se non sono bastati 47 mila morti ad aprire loro il sentimento. Io so solo che mio marito non c'è più.. Non accarezzerà mai più i suoi adorati nipotini...Non li prenderà più per mano...e come lui tanti altri nonni. É come se fosse passato un vento devastante e se lo sia portato via, lasciando solo macerie".
 
E scrive infine: "Prego per chi soffre in questo momento a causa di questa pandemia, e prego anche per i negazionisti...sì...anche per loro, anche se sono vittime consapevoli della loro stessa, maledetta ignoranza".