Riceviamo e pubblichiamo da Marcello Polastri, che ci scrive firmandosi "giornalista e consigliere comunale".
Titolo: Ruttare fa male agli invidiosi
“È solo un rutto”, involontario, e come tale, forse non andava usato in maniera incontinente per cercare di colpire me (e la mia famiglia), come diversamente ha fatto YouTG.net che, pur non leggendolo, mi è stato segnalato da colleghi giornalisti.
Infatti dal web-giornale, tramite un video artefatto (non con audio originale), è stato diffuso peraltro in più occasioni e con più articoli, uno spezzone di seduta consigliare che si svolgeva in videoconferenza mentre stavo a casa. Nel video si sente però una voce a me sconosciuta e si vede anche una sagoma di donna che evidentemente ha realizzato lo stesso video, preso come fonte dal giornale e che magari è stato spedito loro, da anonima mano, nel maldestro tentativo di colpirmi.
Che se ne facciano una ragione: uno in casa propria troddia o rutttaaa come crede. Un video artefatto nascondendosi dietro alla tastiera è altra questione, degna di altri approfondimenti del caso che non tarderanno ad arrivare. Magari, con un sonoro ruggito!
Ci troviamo, nostro malgrado, a tornare su un argomento non certo di spessore: un rutto. Marcello Polastri, del quale pubblichiamo la "richiesta di rettifica" (si riporta testualmente), è il proprietario dell'apparato digerente dal quale è scaturita l'interferenza sonora durante la seduta del consiglio comunale di Cagliari, in streaming, del 28 luglio. Riportiamo ora il suo pensiero, nella forma originaria e senza editing o ritocchi, che ci è stato inviato alla fine di un lungo scambio di mail nel quale il consigliere comunale (e iscritto all'albo dei giornalisti) ci ha chiesto di rivelare quale fosse la nostra fonte. Un po' come chiedere a un direttore di banca di pubblicare sui social la combinazione della cassaforte. Non si fa. E lui non la rivelerà mai. Un giornalista dovrebbe saperlo.
Ebbene: il rutto è andato in onda durante una seduta pubblica della massima assise cittadina cagliaritana. Forse è pure agli atti del consiglio comunale, anche se si spera che i verbalizzanti abbiano sorvolato. Nessun segreto, nessuna manipolazione: solo un rutto, certificato da audio e video inequivocabili. Concordiamo con Polastri: in casa propria si fa un po' quello che si vuole. Ma se bisogna comunque stare attenti quando si è collegati con il consiglio comunale, il principio si può affermare anche in modo diverso, senza ricorrere a termini quali "troddia". Perché altrimenti allo scrivente sovviene un altro termine, tedesco: fremdschämen. (Il direttore, Enrico Fresu)