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Pallone vietato a Villacidro? La sindaca: "Costretta dopo quattro anni di lamentele"

Marta-Cabriolu

VILLACIDRO. A volte basta un cartello a scatenare una polemica. Così è successo a Villacidro, dove ne è stato affisso uno che vieta di giocare a pallone in piazza Sant'Antonio. La prima a mostrarsi perplessa della scelta è stata la cantante Claudia Aru, originaria di Villacidro che, in sintesi, ha detto: continuate a vietare le attività naturali dei ragazzini e quando vi guarderete intorno non lamentatevi se ci saranno solo vecchi (QUI LA NOTIZIA).

Il tam tam è stato immediato. Tanto che arriva la replica del sindaco Marta Cabriolu. Con un lungo post nel quale spiega che si è trovata costretta a piazzare il divieto dopo quattro anni di lamentele. E sottolinea: quattro anni. 

Ecco cosa ha scritto la prima cittadina. 

Buonasera a tutti Oggi è stata una giornata piuttosto difficile. Lo è stata non solo per i tantissimi problemi da...

Pubblicato da Marta Cabriolu su Giovedì 16 luglio 2020

Oggi è stata una giornata piuttosto difficile. Lo è stata non solo per i tantissimi problemi da gestire, ma anche per colpa di un CARTELLO.
UN CARTELLO CHE HA SMOSSO LE COSCIENZE, CHE HA SMOSSO L'OPINIONE PUBBLICA, che ha risvegliato i mai sopiti leoni da tastiera.
Ci sono delle situazioni in cui un Sindaco non può esimersi dal fare delle scelte, assumendosene le responsabilità, nel bene e nel male. Tuttavia, il CARTELLO HA UNA RAGIONE CHE NE HA DETERMINATO L'ESISTENZA, e non si tratta certamente del capriccio di una persona che si sveglia la mattina e sceglie di fare qualcosa che le procura calunnie di ogni genere e insulti gratuiti. No, nessuno può scegliere questo per farsi del male. Per questo motivo stasera scrivo e, col rischio di essere lunga e pesante, invito i cittadini alla lettura di queste riflessioni fino alla fine .
Ciò che molti non sanno è che sono trascorsi quattro anni dalla prima volta che ho ricevuto, insieme alla comandante dei Vigili, la segnalazione di comportamenti irrispettosi presso la Piazza Sant'Antonio. Avete capito bene...ben quattro anni di richieste, spesso disperate, di aiuto da parte di cittadini che non potevano più stare in piazza o sereni nelle proprie abitazioni, senza essere continuamente disturbati da ragazzi che giocano a palla.
In tutto questo tempo, la verità è che io stessa ho sempre tergiversato, ho scelto di prendere tempo, perché confidavo nel buon senso dei ragazzi, in quello dei loro genitori. Confidavo nel fatto che col tempo tutto si sarebbe appianato e che i ragazzi potessero continuare a giocare liberamente e vivere quello spazio in armonia con adulti, bimbi e anziani.
Sono assolutamente consapevole che si debba sempre dare la colpa a qualcuno. In questo caso la colpa viene data al Sindaco, cavalcando la polemica e la protesta senza cognizione di causa. Non posso dire che la cosa non mi dispiaccia, perché prima di sentenziare occorrerebbe fermarsi a riflettere sulle cose e sulle ragioni che sottendono determinate scelte.
Ebbene, dopo quattro anni di lamentele, segnalazioni anche scritte, cittadini, parrocchiani e residenti del posto hanno chiesto un intervento deciso perché la situazione, nelle ultime settimane è diventata insostenibile. Di cosa parliamo? Parliamo di ragazzini e giovanotti che giocano a pallone fino a tarda notte, incuranti di quanto li circonda: giocano durante l'orario delle funzioni religiose, tanto che i palloni vengono recuperati dentro la chiesa; giocano in presenza di bimbi piccoli, mamme con carrozzine e anziani mettendo a rischio l'incolumità pubblica e colpendo con forti pallonate le persone sedute o intente a prendere una boccata d'aria; giocano e quando capita che vengano rimproverati si scagliano conto chi li riprende con minacce e un linguaggio irripetibile; queste sono solo alcune delle numerose lamentele ricevute. Di fronte a queste cose un Sindaco non può più tergiversare.
E' vero che i ragazzi hanno diritto di giocare, come si è sempre fatto, hanno diritto di vivere gli spazi pubblici, hanno diritto di socializzare e stare con persone della loro età. Nessuno di noi preferirebbe che fossero a casa con un cellulare in mano o davanti alla play.
Tuttavia, credo fortemente che si stia perdendo di vista una cosa fondamentale: abbiamo dimenticato che esistono anche i DOVERI. Il dovere di rispettare gli spazi che appartengono a tutti; il dovere di rispettare le persone, di qualunque età esse siano; il dovere di rispettare il tempo dedicato alle funzioni religiose.
Di contro, il diritto dei ragazzi di poter giocare è il medesimo che deve essere garantito a qualunque altra persona di poter usufruire di uno spazio pubblico, in questo caso la Piazza di una chiesa, senza il rischio di essere colpito pericolosamente dai palloni, senza il rischio di essere insultato, senza dover essere costretti a sentire continuamente parolacce e bestemmie.
Per questo motivo, laddove l'educazione dei genitori e il comportamento dei ragazzi non arriva, è necessario intervenire, nella speranza che ciò sia fonte di riflessione per il futuro e per la necessità di riappropriarci di quel senso civico che spesso viene a mancare.
Per dovere di cronaca, devo riferire che stamattina ho ricevuto una delegazione di genitori e di ragazzi, coi quali c'è stato un bel confronto sulla situazione della Piazza e sul CARTELLO. Ho spiegato loro che Villacidro è fortunatamente dotata di molti spazi liberi. I ragazzi, dalla prossima settimana, avranno la possibilità di utilizzare il campetto da calcio di via Farina con un calendario apposito, in condivisione con altre associazioni e con ragazzi più grandi.
La piazza Sant'Antonio resterà sempre un luogo di socializzazione intergenerazionale, ma, sarà anche un luogo dove, spero, regneranno il diritto al gioco (non a pallone), il diritto di adulti e anziani di poter stare li senza correre rischi, il diritto dei fedeli di poter assistere ad una funzione religiosa senza essere disturbati da urla e pallonate; il dovere, da parte di tutti, di rispettare il patrimonio pubblico e le persone.