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Antichi grani incendiati a Nuraminis, l'accusa: "Colpiti da qualche infame"

Incendio-nuraminis

NURAMINIS. Gli antichi grani di Nuraminis sono stati distrutti da un incendio qualche giorno fa.  Un campo da due ettari, del comitato ‘Semjai’, con varietà di grano duro coltivato in maniera sostenibile senza chimica, diserbanti, concimi e antiparassitari, quasi biologico è andato quasi completamente in fumo. I contadini avrebbero dovuto raccogliere 60 quintali di grano, invece ne hanno ricavato 20 scarsi. 

"Delusione disarmante. Pur cercando momenti di riflessione per darmi una ragione, dopo tre giorni che cerco di calmarmi, mi chiedo la motivazione che ha spinto qualcuno a bruciare la coltivazione dei nostri grani antichi di Nuraminis”. È il duro sfogo su Facebook di Enrico Podda, contadino e amministratore comunale, tra i promotori del progetto ‘Semjai’.

“Seminato con passione e sentimento, con un fine nobile e generoso nel nome della sostenibilità, biodiversità salute e natura, per incoraggiare la comunità a ripensare sulle risorse del nostro territorio, mi trovo spiazzato di fronte a tanta cattiveria, alla mancanza di rispetto dell'umanità e a tanta triste bassezza”, continua.

Incendio dei grani antichi di Nuraminis. Non trovo le parole adatte per ringraziare col cuore tutti coloro che: con...

Pubblicato da Kikko Podda su Domenica 28 giugno 2020

Un progetto in fumo. Secondo Podda si tratterebbe di un incendio doloso. “Un campo isolato e protetto lungo tutto il suo perimetro dagli incendi, visto le coltivazioni ortive confinanti, con pomodoro e carciofi. Però qualche infame ha voluto colpire ugualmente. Del resto basta un cerino o due, per bruciare un progetto e forse il futuro di molte anime, forse giovani”, accusa Podda con rammarico davanti a un progetto andato in fumo. "Pensavo di aver almeno incoraggiato, attraverso quest’attività, qualche imprenditore agricolo, quantomeno tenendo alta l'attenzione sull'agricoltura della nostra comunità, cercando sempre la massima valorizzazione di tutte le colture agricole e zootecniche. Avrei voluto terminare il mio mandato con l'avvio di un mulino di trasformazione, per la definitiva valorizzazione del nostro miglior cereale e risorsa, il grano, che qui cresce e si sviluppa armonioso, a suo agio. Probabilmente il mio progetto, o il mio sogno, rimane nel cassetto della nella mia fantasia ottimistica, ma ci ho provato veracemente in ogni modo, e con molti costi personali ed economici”.

La solidarietà sui social.  Centinaia i messaggi di conforto che sono arrivati sul profilo Facebook di Enrico Podda dopo la diffusione dell’infelice notizia. “Non mi aspettavo che il mio sfogo suscitasse così tanta attenzione e solidarietà. Questo vuol dire che non raccolgo solo cenere dal mio grano, ma tantissima considerazione, attestati di stima, di vicinanza, apprezzamento per l'impegno e per il mio progetto, una nuova linfa”.