Storie

Migliaia di tonnellate di idrocarburi nei fiumi, disastro ambientale nell'Artico

Disastro-Russia

MOSCA. Mentre tutto il mondo è alle prese con la pandemia di coronavirus nell'Artico si sta consumando una gigantesca catastrofe ambientale. Il 29 maggio, a seguito di un calo di pressione in una centrale elettrica a Norilsk, a circa 300 chilometri dal circolo polare, oltre 20mila tonnellate di combustibile diesel e lubrificanti sono fuoriusciti da una gigantesca cisterna per finire nel fiume Ambarnaja. Il rischio è che se gli interventi di mitigazione del danno, partiti in ritardo, non dovessero essere efficaci, tutti gli idrocarburi andrebbero a contaminare l'intera rete dei fiumi siberiani, distruggendo un ecosistema fragile e sofferente a causa del riscaldamento globale. 

Il disastro diventa un caso problematico per il leader Vladimir Putin, informato in ritardo dell'accaduto: "Perché le agenzie governative lo hanno scoperto solo due giorni dopo? Dobbiamo venire informati delle emergenze dai social media?", ha accusato rivolgendosi a ,Serghej Lipin, titolare della Ntek, società proprietaria dell'impianto - È sicuro di stare bene?". La notizia ha iniziato a circolare solo a seguito della pubblicazione sui social media di immagini devastanti, scattate da residenti della zona. Putin ha dichiarato lo stato di emergenza.