Il video di Anonymous
Il noto gruppo hacker Anonymous ha deciso di schierarsi pubblicamente con il BlackLivesMatter Movement e con l’ondata di proteste contro l’amministrazione Trump e il governo degli Stati Uniti che sta infiammando da giorni molte città americane a causate dall’ennesima e brutale uccisione di un afroamericano, George Floyd, per mano degli agenti di polizia della città di Minneapolis.
Il collettivo hacker ha infatti pubblicato un breve video sul deepweb che, in pochissime ore, è stato visto centinaia di migliaia di volte. Il dibattito, quindi, si è acceso anche sui canali Twitter del gruppo attraverso i quali è stato condiviso da oltre 200mila persone. I due hashtag #BlackLivesMatter e #Anonymous sono in trend topic da 48 ore.
Anonymous accusa la polizia del Minnesota di essersi macchiata, anche negli anni precedenti, di altri orribili crimini e di corruzione, tanto che la morte di George Floyd sarebbe solo la punta dell'iceberg. Nel caso Floyd, secondo il gruppo, le colpe degli agenti sarebbero abbastanza evidenti, in quanto i video diffusi hanno mostrato che l'uomo non aveva opposto alcuna resistenza agli agenti.
Il gruppo rivendica anche la compromissione del sito web della polizia di Minneapolis, e l'azione con la quale si è introdotto nel sistema radio della polizia di Chicago diffondendo la canzone "Fuck the police" (del gruppo hip-hop N.W.A.) sulle frequenze utilizzate dalle forze dell'ordine per le comunicazioni e di aver diffuso un documento che coinvolgerebbe il presidente americano Trump.
Il documento, chiamato "The Little Black Book of Jeffrey Epstein", contiene i nomi di oltre cento personalità americane, tra cui proprio il presidente, che avrebbero partecipato alle feste organizzate da Jeffrey Epstein.
Anonymous ha anche risposto ad un tweet del presidente americano accusandolo di aver fatto uccidere Jeffrey Epstein mentre era in prigione, arrestato per abusi sessuali e traffico internazionale di minori. Secondo Anonymous l’uomo è stato messo a tacere dal presidente Trump nella speranza che lui stesso non venisse collegato a questi crimini.
E' questa la seconda importante rivelazione del gruppo hacker Anonymous, che nei giorni scorsi aveva anche svelato un'incredibile retroscena che legherebbe la Royal Family all'omicidio della principessa Diana. La storia della morte di Lady D è nota a tutti: nella notte del 31 agosto 1997 lei moriva durante un incidente stradale avvenuto nella galleria che passa sotto il Ponte de l'Alma a Parigi. Col passare degli anni sono nate molteplici teorie del complotto che legavano la Famiglia Reale inglese all'omicidio della principessa. La più recente è proprio quella rilasciata da Anonymous, secondo cui Lady D sarebbe stata uccisa per evitare scottanti rivelazioni sulla Famiglia Reale.
Il gruppo parla infatti di un clamoroso caso di stupro subito da una donna che era al servizio della corte, di cui il principe Carlo sarebbe stato al corrente. Dopo due violenze, la donna sarebbe stata messa a tacere grazie ad una "liquidazione" in nero di circa 30.000 sterline. Ma Lady D sarebbe venuta in possesso di una registrazione video che documentava l'avvenuto stupro e avrebbe minacciato Carlo di renderlo pubblico, cosa che la Royal Family non poteva assolutamente permettersi. Secondo Anonymous la registrazione sarebbe poi stata distrutta, su richiesta della Regina Elisabetta, nei giorni seguenti l'incidente mortale della principessa.
- Arnaldo Pontis