Storie

Morte di George Floyd, l'avvocato di Cagliari: "Resistenza a pubblico ufficiale"

 

 

 

 

CAGLIARI. "Un elemento in più da valutare: c’era stata resistenza al pubblico ufficiale. Non giustifico alcunché, semplicemente invito a conoscere tutti gli elementi del caso prima di giudicare e sentenziare". Giorgio Carta è un avvocato cagliaritano trapiantato a Roma. Tra i suoi clienti tanti sono appartenenti alle forze del'ordine. E questo è il suo commento a una notizia del'Ansa, che riporta un ulteriore video delle fasi dell'arresto di George Floyd: l'afroamericano è rimasto soffocato mentre veniva immobilizzato dall'agente Derek Chauvin, a Minneapolis. Una morte che ha sconvolto e incendiato l'America, e non solo. 

Carta osserva l'episodio drammatico con l'occhio dell'avvocato. E articola il suo ragionamento. Eccolo. 

Penso che guardare quel video faccia male perché sappiamo che l’uomo a terra morirà poco dopo.

Penso che quel video, come sempre, descriva una parte del tutto. E non si giudica il tutto tramite una parte.
Penso che il processo vada celebrato nei tribunali, con tutte le prove a disposizione, e non sui social network né soprattutto sui giornali.
Penso che ci sono stati arresti molto più cruenti di quello immortalato nel video e che non hanno avuto quell’esito. Quindi non sappiamo cosa sia andato storto.
Penso che il razzismo c’entri poco, visto che ci sono neri anche tra gli operanti.
Penso che nessuno o quasi, nemmeno negli usa, finisca a terra ammanettato o con un ginocchio addosso se è collaborativo e pacato con gli agenti di polizia che lo fermano.
Penso che quando muore un poliziotto, nessuno devasta una città per protesta o si straccia le vesti sui media.
Penso, infine, che il lavoro del poliziotto comporti scelte rapide e rischi gravi che è fin troppo facile razionalizzare ex post dal divano di casa.
Tutto il resto non lo sappiamo, a partire dalla reale causa della morte.
Dire che senza il ginocchio sopra, nessuno sarebbe morto, è fuorviante perché, probabilmente, senza la resistenza alla polizia, non ci sarebbe stato l’arresto né il ginocchio addosso.
Ecco quello che penso. È poco, lo ammetto, ma le certezze le lascio a voi.