CAGLIARI. Ma insomma, questi asintomatici sono pericolosi o no? Tutta Italia nelle ultime settimane ha preso confidenza con questo termine medico: asintomatico. Riguarda coloro che sono contagiati dal coronavirus ma stanno bene e non manifestano alcun segnale esterno: niente naso che cola, né tosse, né mal di testa né, tantomeno, difficoltà respiratorie. Il virus c'è ma non si vede: si scopre solo se viene effettuato il tampone. Sembrava ormai chiaro che gli asintomatici fossero i soggetti più temibili, perché non controllabili: infettati inconsapevoli, continuano a circolare tranquillamente. Senza test non vengono beccati e, soprattutto nella Fase 2, con la concessione di maggiori possibilità di spostamento, potrebbero trasmettere il maledetto "nemico invisibile" - per usare un termine stra-abusato - ai più deboli, come gli anziani. Per questo si consiglia di mantenere sempre e comunque le distanze e di indossare la mascherina quando si vanno a visitare i "congiunti" di una certa età (e non solo).
Sembrava chiaro. Invece non è detto che sia così. Meglio: non tutti dicono che è così: "Il concetto di contagiosità nel soggetto asintomatico è scientificamente discutibile, non è stato confermato. Il sintomatico ha un'elevata replicazione del virus, quando parla, respira, starnutisce e tossisce elimina virus nell'ambiente. L'asintomatico, che non starnutisce e non tossisce, molto meno". Così Giovanni Sotgiu, 47 anni, professore di Statistica medica all'Università di Sassari, membro del comitato tecnico scientifico della Regione, ha risposto a una domanda della cronista dell'Unione Sarda Cristina Cossu. E al collega della Nuova Sardegna Roberto Petretto ha detto la stessa cosa: "Sul rischio contagiosità dei soggetti asintomatici c'è ancora tanto studio da fare. Probabilisticamente un asintomatico lo è, ma non abbiamo certezza alcuna".
Le interviste, realizzate lo stesso giorno, vertevano sull'indice di contagiosità Rt nei vari comuni della Sardegna. Volevano capire, i giornalisti, quali e quanti rischi si corrano nei paesi dove non è stato possibile calcolarlo per via dell'esiguità dei casi di contagio accertati. Sotgiu sembra tendere a escludere l'eccessiva pericolosità degli asintomatici. Ma non è mica solo. Anche sul sito Epicentro dell'Iss si legge che "l’Oms è a conoscenza di una possibile trasmissione del virus da persone infette ma ancora asintomatiche. In base a quanto già noto sugli altri coronavirus (ad es. MERS-CoV), sappiamo che l’infezione asintomatica potrebbe essere rara e che la trasmissione del virus da casi asintomatici è possibile, ma non frequente".
Al momento meglio tralasciare le dichiarazioni dell'Oms che a gennaio spiegava di non avere evidenze della trasmissione del coronavirus da uomo a uomo, quando già il Covid 19 circolava in mezzo mondo. E forse bisogna dare uno sguardo all'intervista realizzata da Report al virologo Andrea Crisanti, che ha arginato l'epidemia in Veneto: dice, in sintesi, che quando si è scoperto il paziente uno di Vo' Euganeo, già il 3 per cento della popolazione era infettato. Senza sintomi. Ma ha fatto dilagare il virus in tutta la regione. Letalmente.
Ecco, visto che tutta Italia sta tornando a circolare, quando nel mondo si sono registrati milioni e milioni di casi, non sarebbe male non stare nel campo delle ipotesi e avere certezze sul pericolo (esistente o no) di contagio dagli asintomatici. Perché le incertezze hanno già fatto troppi danni.
- E.F.