DELIA. "Nello scorso post avevo detto che forse molte persone non capivano l'emergenza perché avevano il cervello lento. Mi correggo. È proprio ritardato". Si congeda in questo modo, dopo uno sfogo di quasi otto minuti, Gianfilippo Bancheri, sindaco del comune siciliano di Delia. Un "grido" disperato per raccontare come da primo cittadino debba fronteggiare richieste e comportamenti paradossali da persone "adulte e vaccinate". Il suo è un paese di poco più di 4mila abitanti dove sembra che molti, troppi, cittadini non riescano a rispettare la direttiva principale dell'emergenza: stare a casa.
Il filmato, caricato due giorni fa, il 15 marzo, è diventato virale. Merito anche dei tanti sindaci (anche sardi) che hanno ricondiviso il video, dimostrando solidarietà al "collega". Qualcuno lo chiama persino eroe.
"Io corro da vent'anni", spiega (vivacemente) il primo cittadino nel filmato, "e avrò visto massimo una ventina di persone correre in paese. Ora tutti mi chiedono se possono fare passeggiate. Tutti podisti adesso a Delia?". Poi continua: "Come andrà tutto bene se uscite ogni singolo giorno a fare la spesa e prendere le sigarette?Prendetene di più e tenetevele. Come andrà tutto bene se chiedete ai parrucchieri di andare a a casa vostra? A cosa vi servono i capelli fatti chiusi in casa".
"Mi chiedono se possono fare la spesa a Canicattì. No la dovete fare a Delia (distano 8 chilometri ndr)", racconta il sindaco esasperato nel video, "Qualcuno mi dice che il suo cane mangia solo le crocchette di Caltanissetta. Ma questa è serietà?". Poi l'affondo alla scena che ha visto tutta Italia affacciarsi dal balcone a cantare e mostrare cartelloni con su scritto 'Andrà tutto bene': "Ho visto trenta persone in un appartamento per fare uno di quei cartelloni. Perché lo volevano fare grande e bello. Si chiama contagio questo".