CAGLIARI. “Per demolire la Gennaro Cantiello devono passare sul mio cadavere”. Lo afferma Salvatore Pergola, proprietario della storica imbarcazione-pizzeria ormeggiata nel porto di Su Siccu, a Cagliari, dopo la Capitaneria ha deciso di metterle i sigilli. Il provvedimento arriva dopo che nel novembre del 2016, in seguito all’apertura di una falla, la barca affonda parzialmente e viene emessa un’ordinanza di demolizione.
Ma Pergola non ci sta e assicura che la sua nave non sarà demolita. “Abbiamo già eseguito i lavori di messa in sicurezza, la struttura non rischia di affondare. Purtroppo negli ultimi anni non ho potuto sorvegliare da vicino la Cantiello perché mi sono ammalato. Ma adesso sono tornato e mi sto muovendo per vie legali”, dice. “Volevano approfittare della mia malattia per prendersi la mia concessione. Qualcuno si è inventato che ho abbandonato la barca perché avevo la Sla”.
La nave inizialmente veniva usata per trasportare i detenuti da Porto Torres al carcere dell’Asinara, sino alla fine degli anni Novanta, per poi approdare a Cagliari e trasformarsi in un ristorante. “Se la demoliscono distruggono la storia”, continua Pergola. “A bordo ci sono ancora le firme di tutti i detenuti. Sto cedendo la nave a una società e l’obiettivo è quello di farla diventare un vero e proprio museo dei detenuti dell’Asinara, adibito a ristorante”.