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Scatto d'orgoglio: il Cagliari in 10 conquista il pareggio con il presuntuoso Sassuolo

 Joao-Pedro

CAGLIARI. Cagliari-Sassuolo sembrava una partita destinata a seguire  un copione drammatico per i tifosi rossoblù  e noioso per gli amanti del calcio. Ma quando i cagliaritani  scendono in campo bisogna sempre aspettare che vengano messi all'angolo per vedere come reagiscono. E quando lo fanno, come è successo oggi, rischiano di portare a casa tre punti quando si temeva una pioggia di gol (fatti dagli avversari). Alla fine in cascina c'è un solo punto, di nuovo. Ma risulta essere tanta roba. Pericolo scampato. 

Gianluca Pegolo. Si chiama così il portiere del Sassuolo. Bisogna comunicarlo a coloro che, magari distrattamente,  hanno visto solo il primo tempo della partita andata in scena alla Sardegna Arena in questo 18 luglio. Necessario dirlo, perché l'estremo difensore non è mai stato chiamato in causa, se non per intercettare di testa un lancio per Joao Pedro. Il Cagliari ha giocato 45 minuti imbarazzanti. E il risultato della prima frazione di gioco non è veritiero. Lo zero a uno, grazie alla rete siglata da Caputo di testa al 12', non rende l'idea degli equilibri. Va bene che il Ninja Nainggolan non c'era. E si metta nel conto degli assenti anche Ionita.  Ma in campo c'erano comunque solo i ragazzi di De Zerbi, non pervenuti i rossoblù di mister Zenga. Che ha messo lì davanti Pereiro e Joao Pedro, primi cagliaritani di una squadra bassissima che non ha alcun guizzo, né idee, né corsa. Salvo quella del solito Nandez, che ha un altro passo ma sembra solo.

Gli emiliani fanno girare palla  (76% di possesso) e giocano veloci. I sardi passeggiano sul campo. E sembrano sperare che non arrivi l'affondo. Da annotare sul taccuino l'ammonizione al 23' di Carboni, che aveva promesso di trarre un insegnamento dall'espulsione costata la sconfitta su rigore contro l'Atalanta. Oggi, con l'ingenuità del fallo (e peggiorerà la situazione), ha dimostrato che la lezione non è servita. C'è da chiedersi quali cori sarebbero piovuti dagli spalti in questi primi 45 minuti. 

Cagliari-sassuolo

Nella ripresa fuori Pereiro e Birsa, dentro Simeone e Ladinetti (all'esordio). A far cadere le braccia ai tifosi, che vorrebbero vedere un minimo di reazione e giustificare il tempo trascorso davanti al Tv, ci pensa Carboni. Al terzo minuto perde palla in favore di Haraslin e lo atterra. Il signor Ayroldi estrae il secondo giallo. E il ragazzo di Tonara lascia di nuovo i compagni in dieci. 

Una situazione che sembra, paradossalmente, favorire il Cagliari. Perché Djuricic e compagni, convinti di avere i tre punti in tasca,  decidono di dominare il campo con spocchia. Ma anche tanta superficialità. E la pagano. Perché i rossoblù, con la prima vera azione della partita,  escono dal bozzolo con Joao Pedro che parte dalla sua area, galoppa e serve Rog alla sua sinistra. Il centrocampista vede Simeone al limite dall'area ma decide di restituire la palla al brasiliano che, con un piattone chirurgico, segna la rete del pareggio. 

De Zerbi capisce che qualcosa non torna, perché il Cagliari in inferiorità numerica ha riconquistato il campo. Addirittura si avvicina alla porta su una punizione di Rog, ma Ceppitelli non ci arriva per un soffio. Così ecco la tripletta di cambi per gli emiliani: escono Haraslin,  Traoré e Muldur, entrano Magnani, Ghion  e Raspadori.  Gli emiliani continuano a far girare la palla, ma non trovano soluzioni per arrivare alla porta di Cragno. Anzi, è il Cagliari a essere ancora pericoloso, con un potente contropiede del solito Nandez, servito da Ladinetti, ma El Leon sbaglia l'ultimo passaggio per Simeone. Che lì davanti ha fatto aumentare la pressione.  

Zenga manda in campo Klavan al posto di Rog, per coprirsi nei quattro minuti di recupero. E funziona. Alla fine il punto arriva.