CAGLIARI. Questa settimana il nostro ospite di Transmission è una vera e propria leggenda della scena musicale sarda: il bluesman Vittorio Pitzalis, o “Black Victor” come soprannominato da decenni, che ha concesso una lunga e bellissima intervista con Daniela Boi, inframezzata da molti aneddoti e da cinque pezzi eseguito dal vivo tratti dal suo ultimo disco “The time has come”.
Oltre a parlare della sua musica e della sua carriera abbiamo parlato di molti altri musicisti: Elvis Presley, Pink Floyd, Jimi Hendrix, B.B. King, Eric Clapton, Elmore James, John Lee Hooker, Billie Holiday e altri: insomma, una sorta di lungo viaggio nella storia della musica blues e rock.
Nella musica tutto è possibile e non ci si deve mai stupire di niente: la storia di Vittorio “Black Victor” Pitzalis è davvero singolare ed è un vero piacere sentirgliela raccontare. Victor è uno di quei personaggi che non ci si stanca di ascoltare perché è tra quelli, insieme ad Alberto Sanna e a Joe Perrino, che ha scritto la storia della musica in Sardegna dagli anni ’80 in poi.
La sua carriera musicale inizia proprio negli anni ’80 in piena esplosione della scena post-punk, con un esordio nella band wave/psichedelica Welfare State con Roberto Corte, Flavio Piga e Roberto Loi, che si è da poco riunita ed è in procinto di far uscire, tardivamente, il disco che non è mai riuscita a pubblicare 40 anni fa.
Dopo aver militato nella band psychobilly “Wanted the Shocking Beast” Victor abbandona per un po’ la scena fino a quando, negli anni ’90 ha una folgorazione per il blues, una sorta di “chiamata” dall'alto: da lì inizia la sua carriera di bluesman con i Blues Worshippers e poi come solista.
E' stato solo tre anni fa, dopo tanti anni di concerti dal vivo, che Victor incide a 57 anni il suo primo disco, “Jimi James”, per la Mgjr Records, grazie all’intuito, alla tenacia e alla capacità di persuasione del produttore Michelegiuseppe Rovelli, negli studi di Marti Jane Robertson.
Dopo un viaggio a Memphis in cui ha partecipato come rappresentante italiano alla 35^ edizione dell’International Blues Challenge, Vittorio ha un’altra folgorazione, dopo aver visitato Graceland, stavolta per Elvis Presley, musicista a cui non aveva in precedenza nutrito particolare ammirazione, e a cui nell’ultimo album dedica sia un pezzo originale (“For Aron”) che una cover molto personale di “Love me tender”.
Questo secondo album “The time has come”, concepito dopo il viaggio a Memphis, viene pubblicato a dicembre del 2020, in pieno lockdown, a tre anni dal disco precedente e alla soglia dei 60 anni di Black Victor, con la stessa produzione ed etichetta. Considerando il disco di prossima uscita dei Welfare State, i suoi primi tre dischi arrivano quindi tra i 57 e i 60 anni. Un magnifico e traguardo.
L’album, disponibile su CD e in ascolto nella pagina a lui dedicata del produttore Michelegiuseppe Rovelli, è composto da nove tracce di cui sei pezzi originali e tre cover, tra cui anche una versione a cappella di “Are You Experienced” di Jimi Hendrix che Victor ha eseguito anche in studio.
Quest’estate Vittorio ha aperto i live di Robben Ford e Bill Evans al festival blues di Narcao e il Calagonone Jazz Festival con WilliBoy Taxi. Era prevista anche una sua partecipazione alla sezione “Mamma Blues” del Dromos Festival, all’arena di Nureci, insieme a Francesco Piu, ma purtroppo questa parte del festival è stata cancellata a causa dell’emergenza sanitaria. Non mancheranno altre date del bluesman: seguitelo sulla sua pagina Facebook.