CAGLIARI. Sono almeno 400 i docenti universitari di tutta Italia finiti sotto inchiesta per un lavoro privato di troppo. Tra questi anche 14 sardi. Lavoravano in cattedra a tempo pieno sì, ma - nonostante il divieto - svolgevano anche attività private. È stata la Guardia di Finanza a scoperchiare "il vaso di Pandora" di centinaia e centinaia di professori dei dipartimenti di Ingegneria e Architettura di diversi atenei, che, per il danno prodotto alle casse dello Stato, dovranno restituire tutto ciò che hanno illecitamente guadagnato. E si parla di un danno erariale da oltre 42 milioni di euro, che potrebbe addirittura raggiungere i 70. Dalla Lombardia alla Sicilia non c'è una regione che si salvi, eppure la normativa è chiara: i docenti universitari, scegliendo il "tempo pieno" per la loro professione accademica, non possono svolgere un secondo lavoro privatamente. Avrebbero potuto farlo se avessero optato per il tempo definito (una sorta di part time), ma l'altro regime da almeno 350 ore annuali è incompatibile con qualsiasi altro incarico retribuito. Coinvolti nell'inchiesta professori di tutta Italia, da Nord a Sud, in un maxi sistema che ora sarà accuratamente sorvegliato anche in altre facoltà, a partire da quelle di Economia, Medicina e Giurisprudenza.
I "furbetti" del doppio lavoro, 411 docenti universitari sotto inchiesta: casi anche in Sardegna
- Marzia Diana