PALERMO. Dopo cinque anni di processo e più di duecento udienze arriva la sentenza sulla trattativa Stato-Mafia: la Corte d'Assise di Palermo ha condannato l'ex generale dei carabinieri Mario Mori (dodici anni), 12 anni al collega Antonio Subranni, il colonnello Giuseppe De Donno (8 anni), Marcello Dell'Utri (dodici anni) e Leoluca Bagarella (28 anni). Assolto l'ex ministro Nicola Mancino.
Secondo i pubblici ministeri Nino Di Matteo, Francesco Del Bene, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi, tra il 1992 e il 1993 questi uomini dello Stato avrebbero trattato con i vertici di Cosa nostra: la finalità, sulla carta, era quella di bloccare il ricatto delle bombe. Ma per l’accusa gli ufficiali dei carabinieri avrebbero fatto da tramite per il ricatto lanciato dai mafiosi, trasformandosi in ambasciatori dei boss.
Dell'Utri sarebbe stato il tessitore della seconda fase della trattativa, dopo l'arresto di Totò Riina: avrebbe tenuto i rapporti tra gli uomini delle cosche e il governo, per far ottenere dei benefici ai mafiosi.