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Attacco in Siria, Salvini: "Pazzesco", ma Berlusconi: "Meglio il silenzio". Gentiloni: "Raid mirato"

ROMA. "Stanno ancora cercando le "armi chimiche" di Saddam, stiamo ancora pagando per la folle guerra in Libia, e qualcuno col grilletto facile insiste coi 'missili intelligenti', aiutando per altro i terroristi islamici quasi sconfitti. Pazzesco, fermatevi".

Il leader della Lega Matteo Salvini commenta così il raid americano sulla Siria di questa notte. Ma Silvio Berlusconi non è sulla stessa linea: "In  queste situazioni", ha commentato il cavaliere,  "è meglio non pensare e non dire nulla. Si tratta di un attacco su obiettivi precisi contro siti legati alla produzione di armi chimiche, che traduce il principio internazionale di condanna di queste armi". 

Il presidente del consiglio in carica Paolo Gentiloni intanto ha parlato da Palazzo Chigi. Cinque minuti di intervento per parlare delle armi chimiche il cui uso è stato atribuito al premier siriano Assad: "Le conseguenze umanitarie sulle vittime civili di queste armi atroci non sono degne della nostra civiltà. Le abbiamo viste in questi giorni e non possiamo più tollerarle. Questo impegna le forze occidentali per prevenire l'utilizzo di armi chimiche. L'azione di questa notte è stata circoscritta e mirata a colpire la fabbricazione di armi chimiche. Ma non può essere l'inizio di un'escalation". 

"Siamo preoccupati per quel che sta accadendo e riteniamo che in Siria occorra accelerare con urgenza il lavoro della diplomazia, incrementando i canali si assistenza umanitaria. L'uso di armi chimiche, come ho già detto, è intollerabile ma mi auguro che l'attacco di oggi resti un'azione limitata e circoscritta e non rappresenti invece l'inizio di una nuova escalation".

Lo ha scritto il leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio su Facebook, dove ha pubblicato una lettera indirizzata ai presidenti di Camera e Senato: "Restiamo al fianco dei nostri alleati", ha aggiunto Di Maio, "soprattutto perché in questa fase delicatissima credo che l'Ue debba avere la forza di farsi vedere compatta e unita, anche nell'invitare le Nazioni Unite a compiere ispezioni sul terreno in Siria affinché si accertino le responsabilità sull'uso di armi chimiche da parte di Assad. Su questo aspetto, in particolare, mi auguro che anche il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si mostri coeso".