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ROMA. È arrivato questa mattina il dietrofont della Lega sul ddl consenso discusso in Senato in questi giorni. La frenata è avvenuta a un passo dall’approvazione definitiva per il disegno di legge sulla violenza sessuale, frutto di un accordo ai vertici tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria Pd Elly Schlein. Nel dettaglio, il ddl prevedeva che senza un consenso “libero e attuale” si potesse configurare il reato di violenza sessuale. È proprio questo, però, il punto che ha causato lo stop da parte della Lega, con il consenso che stando al partito sarebbe troppo interpretabile.
“Il consenso – ha spiegato il leader leghista e ministro dei Trasporti Matteo Salvini – è assolutamente condivisibile come principio, ma una legge che lascia troppo spazio alla libera interpretazione rischia di intasare i tribunali e alimentare lo scontro invece di ridurre le violenze”. Inoltre, sempre secondo Salvini, questa “sorta di consenso preliminare”, così come scritto nella proposta, “lascia spazio a vendette personali, da parte di uomini e donne, che senza aver subito abusi utilizzerebbero una norma vaga per vendette personali”. Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, si è definita comunque “certa che si procederà spediti” per la riuscita della modifica riguardante l’articolo 609-bis.
Uno stop temporaneo quindi, che però sa di beffa: la decisione è arrivata ieri in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Immediata la reazione delle opposizioni, con un generale abbandono della camera del Senato in segno di protesta.













