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Barcellona a ferro e fuoco: migliaia di catalani in piazza contro l'arresto di Puigdemont

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BARCELLONA. La capitale della Catalogna è messa a ferro e fuoco: decine di migliaia di manifestanti sono scese in piazza oggi per manifestare contro l'arresto del leader catalano Carles Puigdemont. L'ex presidente della Generalitat, promotore del referendum per l'indipendenza del primo ottobre, è finito in manette in Germania dopo essere entrato dal confine con la Danimarca. Le autorità tedesche hanno dato esecuzione al mandato di arresto internazionale emesso dalla procura nazionale spagnola: l'accusa, per Puigdemont, è tentata sedizione contro lo Stato governato da Mariano Rajoy. 

Il popolo catalano ha invaso le Ramblas. Decine di migliaia di persone al grido di Visca Catalunya hanno manifestato per le strade. Fino a quando i Mossos d'Esquadra, gli agenti della polizia catalana che in occasione del referendum avevano preso le distanze dai pestaggi ad opera della Guardia Civil spagnola, hanno creato dei cordoni per bloccare il passaggio della folla. I manifestanti hanno provato a sfondare le barricate delle forze dell'ordine, che hanno reagito con cariche (non troppo violente) e con manganellate sferrate per lo più sulle gambe. Anche se nelle situazioni più critiche si sono registrati feriti e arresti. Il bilancio degli scontri è di tre feriti e trentacinque arresti. 

Da più parti sono arrivati attestai di solidarietà a Puigdemont. Il primo è stato il leader nazionalista corso Gilles Simeoni.

Ma poche ore dopo anche il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru ha deciso di schierarsi contro l'arresto. Puigdemont ha decso di chiedere asilo politico in Germania, dove è attualmente detenuto.