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Governo, Salvini alza la posta: "Prossimo premier sia di centrodestra"

ROMA. "Il prossimo premier non potrà che essere indicato dal centrodestra, la coalizione che ha preso più voti". A meno di ventiquattro ore dalla chiusura della partita per la presidenza delle Camere Matteo Salvini guarda già al prossimo scoglio, quello - ben più arduo da doppiare alla luce dello scenario emerso dalla due giorni di battaglia parlamentare - della formazione del governo. Il leader della Lega non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro o di lato in favore del nuovo alleato (o vecchio rivale) Luigi Di Maio, e lo mette nero su bianco in un post rilanciato su tutti i suoi profili social: "Nel rispetto di tutti - scrive il leader del Carroccio - il prossimo Premier non potrà che essere indicato dal centrodestra, la coalizione che ha preso più voti e che anche ieri ha dimostrato compattezza, intelligenza e rispetto degli elettori".

Una lettura che stride con l'analisi del dato elettorale riproposta questa mattina dal candidato premier del M5S. Intervistato da Emanuele Buzzi per il Corriere della Sera, il leader pentastellato chiude gli spiragli a ogni ipotesi di governo tecnico o a guida non Cinque stelle: "ll 4 marzo - replica Di Maio - 11 milioni di italiani hanno indicato chiaramente una forza politica e un candidato premier e credo sia arrivato il momento che le altre forze politiche ascoltino il segnale arrivato dalle urne".

A ricordare a Salvini la propria subalternità - quantomeno sul piano dei numeri - ai Cinque stelle ci pensa anche Renato Brunetta. Ospite in mattinata del Gr1 Rai il capogruppo uscente di Forza Italia alla Camera - messo sotto accusa insieme al suo omologo in Senato Paolo Romani da un documento firmato ieri a Montecitorio da un gruppo di malpancisti azzurri - sottolinea: "Il centrodestra ha leadership plurali. O queste leadership riescono a fare sintesi, e allora il centrodestra è forte, o non riescono a fare sintesi e il centrodestra non esiste più. Esiste solo Salvini - prosegue Brunetta - ma Salvini ha solo il 17 per cento e cioè è totalmente subalterno al Movimento cinque stelle".

Con un centrodestra in pieno clima da fratelli-coltelli e un M5S galvanizzato dalla vittoria maturata nel segreto delle urne di Montecitorio e Palazzo Madama il sentiero verso Palazzo Chigi appare per Salvini sempre più accidentato. Come uscire dall'impasse che potrebbe venire a crearsi con l'avvio delle consultazioni in programma per il 3 aprile? Un governo di scopo con ticket per abolire legge Fornero e spesometro (temi cari sia alla Lega che ai Cinque stelle) e poi tornare alle urne in autunno dopo aver cambiato in senso maggioritario la legge elettorale? Un esecutivo tecnico e/o di responsabilità con il sostegno esterno di un Pd persuaso dal senso di responsabilità istituzionale a fare inversione a u sulla strada per l'Aventino? La risposta si avrà solo dopo la tregua di Pasqua.