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Bracciante indiano morto a Latina, la moglie: "L'Italia non è un paese buono"

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LATINA. "Io sono indiana, l'Italia non è un paese buono". Così la moglie di Satnam Singh, il bracciante indiano di 31 anni morto ieri, che lunedì aveva perso un braccio dopo un incidente sul lavoro ed era stato scaricato davanti casa assieme alla moglie, anziché essere subito trasportato in ospedale. 

"Ho visto l’incidente, ho implorato il padrone di portarlo in ospedale ma lui doveva salvare la sua azienda agricola. Ha preso i nostri telefoni per evitare che si venisse a sapere delle condizioni in cui lavoriamo. Poi ci ha messo sul furgone togliendoci la possibilità anche di chiamare i soccorsi", ha aggiunto la donna. 

A ferirlo era stato un macchinario avvolgi-plastica a rullo. 

Singh era arrivato in Italia tre anni fa insieme a sua moglie. Entrambi lavoravano da due anni nella stessa azienda agricola, che coltiva zucchine e angurie, e non avevano un regolare contratto. Intanto è stata aperta un'inchiesta per omissione di soccorso e omicidio colposo. 

Sulla vicenda è intervenuta anche la ministra del Lavoro Calderone che assicura: "I responsabili saranno puniti".Il datore di lavoro iscritto nel registro indagati.

"È stato vittima di un vero atto di barbarie che deve essere perseguito in tutte le sedi", ha detto Calderone al question time alla Camera. Poi ha espresso il cordoglio del governo e "l'impegno per accertare i fatti e punire i responsabili". Le Istituzioni siano "più incisive nel contrasto al lavoro sommerso e nella promozione di una moderna cultura del lavoro, che garantisca condizioni dignitose", ha aggiunto.