CAGLIARI. Si celebra oggi in tutto il mondo la 21esima giornata contro la pena di morte. Una strage silenziosa che continua a mietere vittime. "Soltanto nei primi 8 mesi di quest'anno sono state uccise 538 persone", lo fa sapere Amnesty International, e nel 2022 le esecuzioni hanno raggiunto la cifra più alta degli ultimi cinque anni. Ne sono state eseguite in tutto 883, il 53% in più rispetto al 2021.
L'ultimo omicidio di Stato risale al 28 luglio scorso, quando a Singapore è stata giustiziata Saridewi Djamani di 45 anni. È la prima donna vittima di un'esecuzione di questo tipo nel Paese, dopo 19 anni.
La pena capitale resta ancora in vigore in 55 Paesi del mondo, nonostante nel 1948 sia stata sottoscritta la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che prevede che "ogni individuo ha diritto alla vita e a non essere torturato o condannato a pene crudeli". Soltanto 144 Stati l'hanno abolita.
Nel continente europeo l'unico Paese che ancora applica la pena è la Bielorussia. La Russia invece, nel 1997, ha firmato la "Convenzione europea" ma non l’ha mai ratificata.
Nel mondo occidentale gli Usa sono gli unici ad applicare la pena di morte, nonostante abbiano una "Bill of Rights" - Carta dei Diritti fin dal 1785. Mentre in Cina per 35 anni, dal 1980 al 2015, è stato possibile l’espianto di organi dai detenuti condannati a morte anche senza la loro autorizzazione.
Amnesty International, in occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte, torna a denunciare l’uso delle esecuzioni capitali per i reati di droga. Questo è "contrario agli standard internazionali e discriminatorio nella sua applicazione", scrive l'organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani.
"Sono 36 gli stati che mantengono la pena di morte per reati di droga. Nel periodo 2018-2022 Amnesty International ha registrato oltre 700 esecuzioni per tali reati.
Quelle del 2022, almeno 325, sono state oltre il doppio dell’anno precedente. In Iran sono state 255, il 78 per cento del totale. In Arabia Saudita, dopo un periodo di pausa di due anni, sono state 57, un terzo del totale. Esecuzioni del genere hanno avuto luogo anche a Singapore.
Nel 2023 la situazione non è cambiata. Tra gennaio e maggio in Iran ci sono state 173 esecuzioni per reati droga", conclude.