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Per punire gli "eco-vandali" carcere e maxi multe: la proposta in Consiglio dei ministri

Eco-attivisti

ROMA. Arriva in Consiglio dei ministri la proposta di modifica del decreto legge numero 14 del 20 febbraio 2017, per punire gli “eco-vandali”: carcere o una maxi multa che arriverà fino a 60mila euro per chi imbratta beni culturali. 

“Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 20 mila a euro 60 mila”, si legge nella bozza.

Non solo: “Chiunque, fuori dei casi di cui al primo comma, deturpa o imbratta beni culturali o paesaggistici propri o altrui, ovvero destina i beni culturali a un uso pregiudizievole per la loro conservazione o integrità ovvero ad un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10 mila a euro 40 mila”.

Nella bozza del ddl viene specificato che i proventi delle sanzioni saranno devoluti al ministero della Cultura per il ripristino dei beni.

Inoltre, viene chiarito che il verbale deve essere notificato entro 120 giorni dal giorno in cui il fatto è stato commesso, mentre la riduzione si può ottenere una sola volta ogni cinque anni.

È reso noto che questi provvedimenti verranno aggiunti alle pene già previste dal codice per i reati di danneggiamento, ovvero la reclusione da sei mesi a tre anni, e l’interruzione di pubblico servizio.

“Super multe per vandali e imbrattatori”. Matteo Salvini sui social ha esultato per la proposta, fatto che ha scatenato l’ira delle opposizioni.

“L’invenzione di nuovi reati è il rifugio degli incapaci”, twitta la senatrice Cecilia D’Elia.

Sulla stessa linea anche Irena Manzi, capogruppo Dem in commissione Cultura alla Camera:” Questa maggioranza che non investe un euro in cultura, pensa bene di inventare ogni giorno nuovi reati a costo zero. Oggi è il turno di punire gli eco-vandali. Non giustifico in alcun modo le azioni di chi danneggia o imbratta i beni culturali, ma vorrei ricordare che già esiste un articolo del codice penale che punisce chi danneggia i beni culturali e nella scorsa legislatura sono state previste ulteriori misure in materia di reati contro il patrimonio culturale. Ancora una volta un provvedimento bandiera sulla base dei fatti di cronaca quotidiana. Propaganda per coprire l’assenza di misure a sostegno del Paese, delle famiglie e dei lavoratori. La nuova strategia di maggioranza e governo? Il reato a la carte”.