Italia e mondo

Crisi di governo, il giorno della verità: atteso il discorso di Draghi al Senato

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ROMA. Mario Draghi ieri ha sentito Volodymyr Zelensky. Un indizio della sua volontà di andare avanti, se ci saranno le condizioni. Perché l'Italia deve guardarsi in casa ma deve anche badare agli equilibri internazionali e agli impegni assunti, in Europa e con gli alleati in periodo di conflitto. 

Oggi alle 9,30 il presidente del Consiglio parlerà al Senato. Poi ascolterà gli interventi dei senatori. In serata, forse a partire dalle 18, la chiama nominale per il voto sulla fiducia. 

E alla fine la replica del premier, che ieri ha incontrato Enrico Letta, la delegazione del centrodestra e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In una giornata che è stato un continuo squillare di telefoni e di confronti. Il M5s? Arriverà comunque spaccato. In aula conteranno in numeri. E gli equilibri. Solo dopo che ne avrà totale contezza Draghi deciderà cosa fare. tanto che pare abbia due discorsi finali: uno per annunciare che ha intenzione di guidare il Paese fino a marzo e l'altro col quale dirà che è intenzionato a confermare le dimissioni.