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Elezioni, il M5S lancia le nuove regole ma in Sardegna scoppia il caso candidature

ROMA. Fatta la legge, trovato l'inganno. Mentre Beppe Grillo si affretta a pubblicare sul suo sito le nuove regole d'ingaggio del Movimento in vista delle politiche del prossimo 4 marzo, in Sardegna scoppia il caso candidature. A denunciare presunte irregolarità da parte di non meglio definite camarille è la senatrice uscente Manuela Serra: "Mi è stata recapitata una busta contenente una pen drive - scrive la parlamentare cagliaritana su Facebook - all'interno ci sono degli screen shot di testi, dove tra le altre ci si accorda su numero dei voti da ottenere per le candidature. Ho ritenuto che possa essere utile per i garanti del M5S valutarne la gravità. Il M5S non può essere preso d'assalto da chi non ha senso morale".

Nelle stesse ore il Movimento rendeva intanto noti il nuovo statuto e il nuovo codice etico che regoleranno l’attività politica dei pentastellati in vista delle elezioni di primavera. Lo statuto ridisegna l’organigramma del Movimento, delineando sei organi: l’assemblea, il capo politico, il garante, il comitato di garanzia, il collegio dei probiviri e il tesoriere.Capo politico e tesoriere sarà il candidato premier Luigi Di Maio, mentre Grillo farà da garante. Nel comitato di garanzia volti noti del Movimento come Giancarlo Cancelleri, Vito Crimi e Roberta Lombardi.

Per quanto riguarda la presentazione dell'autocandidatura alle "parlamentarie" che si terranno a metà gennaio, il countdown è partito alle 15:15 di oggi e scadrà alle 12 di mercoledì 3 gennaio. A differenza del 2013, ad avanzare la candidatura potranno essere anche persone al momento non iscritte al M5S. Chi avrà compiutò 40 anni alla data dell'1 gennaio 2018 - spiega il regolamento - potrà candidarsi solo ed esclusivamente al Senato (regola che non vale per i deputati uscenti, i quali potranno ricandidarsi alla Camera anche superato il limite d'età).

Ogni eletto dovrà poi contribuire al mantenimento delle piattaforme tecnologiche del Movimento con un contributo mensile di 300 euro. Tra i tanti obblighi in capo agli eletti resta il dovere di rinunciare ai vitalizi, a votare la fiducia ai governi "presieduti da un presidente del consiglio dei ministri espressione del Movimento 5 Stelle", a non conferire incarichi di assistente a conviventi o parenti fino al secondo grado, a pagare 100 mila euro in caso di "espulsione, abbandono o iscrizione ad altro gruppo per chi è eletto nelle file del M5S", a dimettersi se espulsi dal Movimento, e via di seguito.

Al netto dei cavalli di battaglia dei vitalizi e del limite di due mandati, tra le novità più rilevanti del nuovo codice etico pentastellato c'è la tanto clamorosa quanto significativa assenza del divieto di non associarsi con altri partiti o gruppi. Assenza che apre spiragli a possibili alleanze e "convergenze sui singoli temi e provvedimenti" (con i Liberi e Uguali?) come tutti i principali esponenti grillini dichiarano ormai da mesi.