ROMA. Italia Viva è finita nel mirino perché con i suoi senatori è considerata responsabile di aver appoggiato, a voto segreto, la tagliola proposta da Lega e Fratelli d'Italia che ha affossato il ddl Zan contro l'omotransfobia.
Il suo leader, Matteo Renzi, esce allo scoperto e ribalta la frittata, accusando Letta e il Pd, con i 5 Stelle, di non essere stati in grado di gestire una materia così delicata.
"Si è consumato un disastro politico, gestito con totale incapacità dal Pd di Enrico Letta, che prima ha fatto un’apertura in TV e poi ha deciso di andare al muro contro muro", attacca Renzi, "giocando una partita ideologica sulla pelle delle persone. E naturalmente perdendola, come era chiaro per tutti quelli che conoscono il Senato, la politica e, soprattutto, la matematica".
Renzi rilancia sostenendo che "si è consumata una figuraccia della classe politica, incapace di dire parole chiare sui diritti civili, tornando indietro di vent’anni: noi siamo quelli che hanno messo la fiducia sulle unioni civili, loro quelli che hanno affossato il Ddl Zan. E si è consumata la consueta aggressione verbale contro Italia Viva, portata avanti da PD e Cinque Stelle che - incapaci di portare a casa il risultato - cercano alibi e colpevoli, dando la colpa a noi. Pensate che vengono rilanciate sui social le richieste di andare sotto le sedi di Italia Viva: questa è la lezione democratica di chi voleva una legge contro l’odio. Più ci penso, più mi domando come sia stato possibile per Pd e Cinque Stelle un suicidio politico di questo genere. Tutti sapevano che il provvedimento non sarebbe mai passato a scrutinio segreto. E i numeri dimostrano che tutti i gruppi hanno avuto diversi franchi tiratori"