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Sharon, stuprata e uccisa a 18 mesi: nessun incidente con la stufa

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CABIATE (COMO). No, non è stato un incidente a uccidere Sharon. A causarle traumi fatali, che 'l'11 gennaio l'hanno portata alla morte a soli 18 mesi, non è stata una stufa che le è caduta addosso mentre giocava. C'è un assassino, in questa vicenda. E uno stupratore: è il compagno della mamma. Quando per la piccola era stato necessario il ricovero in ospedale lui aveva raccontato che Sharon era stata colpita dalla pesante stufa, alla testa, caduta dopo essere stata trascinata da una coperta, e che dopo un breve pianto si fosse anche rimessa a giocare. 

L'allarme era stato dato dalla nonna che, rientrata in casa dopo due ore, aveva trovato la piccola a terra, priva di sensi e con tracce di vomito sulla maglietta. 

Le indagini hanno rivelato una terribile verità.  Per gli inquirenti la piccola sarebbe stata più colte picchiata e violentata. L'autopsia ha  smentito il racconto dell'uomo che in alcune circostanze, quando la compagna era al lavoro, rimaneva da solo in casa con la bambina. Gli esiti della consulenza medico legale, rende noto la Procura di Como, inducono gli inquirenti a ritenere che la piccola sia stata picchiata non solo il giorno del suo decesso, ma anche in altre circostanze. L'uomo viveva con la mamma della bambina da circa tre mesi, ma dopo la tragedia era tornato a vivere con i genitori.