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Il pasticcio del Dpcm: spariscono i sindaci sceriffi ma resta la possibile chiusura delle piazze alle 21

 

 

 

 

ROMA. Le piazze dove c'è il rischio di assembramenti possono essere chiuse dai sindaci alle 21. Così ieri aveva detto il presidente del consiglio Giuseppe Conte nell'illustrare il nuovo Dpcm che dovrebbe contribuire ad arginare il contagio di Covid in Italia. Ma nella versione definitiva del decreto il ruolo dei sindaci è scomparso. Resta la possibilità di chiudere le piazze, con l'aggiunta di un articolo 2 Bis, ma non si sa chi dovrebbe decidere e adottare il provvedimento. 

"Scrivono con le zampe, in un italiano arraffazzonato, borioso e approssimativo", attacca il presidente dell'Anci Emiliano Deiana, "La “cosa” dei sindaci - alla fine - l’hanno tolta, ma l’hanno sostituita con un “non si sa chi”: Prefetto? Questore? Comitato Ordine Pubblico? Per il resto: spostare l’ingresso dei ragazzi delle scuole superiori alle 9 senza incidere sui trasporti locali è l’ennesimo autogol". 

 Il decreto stabilisce che "all’articolo 1, dopo il comma 2 è aggiunto il seguente: “2-bis. Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private".