BARCELLONA. C'è anche Josep Maria Jové, braccio destro del vicepresidente catalano e segretario dell'Economia, tra le 12 persone arrestate questa mattina - funzionari ed esponenti del governo locale - dalla Guardia Civile nazionale. La notizia è stata data da un portavoce della Generalitat, che ha anche riferito di perquisizioni negli uffici dell'esecutivo di Barcellona: "La polizia militare è entrata nei dipartimenti affari economici, esteri e della presidenza dell'esecutivo regionale".
Cresce quindi la tensione in vista del referendum del 1 ottobre, ritenuto fuorilegge da Madrid. "Il governo tutela i diritti di tutti gli spagnoli", ha dichiarato in Parlamento il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy che ha difeso la decisione dell'esecutivo: "I giudici si sono espressi contro il referendum, come democrazia abbiamo l'obbligo di far rispettare la sentenza".
Ed è scontro frontale con il governo catalano. "Stanno attaccando le istituzioni di questo paese, quindi i cittadini. Non lo permetteremo", così su Twitter il vicepresidente Oriol Junqueras ha risposto all'arresto del suo braccio destro. La sindaca di Barcellona Ada Colau, eletta con Podemos, ha definito il blitz "uno scandalo democratico", mentre suo partito "En Comu" ha invitato a manifestare contro "l’attacco" del governo spagnolo alle istituzioni catalane. Il presidente della Catalogna Carles Puigdemont ha convocato una riunione d'urgenza del governo locale.
Citizens outside the Catalan Ministry of Economy are protesting against this police raid. They insist on their right to vote on 1 October. pic.twitter.com/faTw34eO6N
— This is Catalonia (@ThIsCatalonia) 20 settembre 2017