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CAGLIARI. La morte del giornalista del Corriere della Sera Claudio Lazzaro, 80 anni, che si è spento al Businco di Cagliari e su cui è stata aperta un'inchiesta dopo le denunce delle due figlie, ha fatto riaccendere i riflettori sull'ospedale oncologico del capoluogo sardo. Ne parlano in questi giorni quotidiani regionali e nazionali: per le figlie Diana e Gaia c'è "il fondato timore che la condotta negligente dei sanitari abbia determinato o accelerato il decesso". L'ex cronista è morto dopo alcuni giorni di ricovero.
La Procura ha aperto un fascicolo ipotizzando l'omicidio colposo, come ha riportato nei giorni scorsi l'Unione Sarda. C'è anche un indagato, medico che aveva accolto Lazzaro al ricovero, ma l'avviso di garanzia è stato emesso a sua tutela, anche per poter disporre l'autopsia sulla salma.
Intanto il caso è diventato oggetto di discussione anche tra i sindacati. Il referente di Usb Sanità, Gianfranco Angioni, ha dichiarato che "in queste circostanze difficili, è fondamentale cercare risposte e verità, sempre con un occhio di riguardo per il dolore delle famiglie che vivono situazioni così tragiche". Ma difende anche gli operatori sanitari che operano al Businco: "Questi professionisti dedicano la loro vita e le loro energie alla cura dei pazienti, affrontando sfide enormi e sacrifici personali. La realtà oncologica è già di per sé una triste realtà".
Il sindacalista mette in luce la professionalità del personale: "All'interno del Businco, sia in oncologia che in ematologia, e nei vari servizi, lavorano grandi professionisti che ogni giorno si impegnano per garantire le migliori cure e assistenze possibili".
Non mancano però le difficoltà: "Il reparto di degenza di oncologia medica, così come tutti gli altri, deve seguire quotidianamente un gran numero di pazienti. La scarsità di personale rende la situazione insostenibile. I professionisti del settore, nonostante siano sottodimensionati, vivono sulla propria pelle il dolore di un sistema oncologico che fatica a funzionare a livello regionale. Questa condizione richiede un intervento urgente da parte delle istituzioni".
Le problematiche si amplificano ulteriormente con il riordino chirurgico avviato per i lavori delle sale operatorie, finanziati con fondi del PNRR. "Questi lavori hanno ampliato ulteriormente le lunghe liste d'attesa," sostiene Angioni. "È fondamentale che le autorità competenti predispongano l'ampliamento delle dotazioni organiche, finanzino con risorse certe le assunzioni e vigilino sullo stato dei lavori che hanno precluso diverse specialistiche chirurgiche all'interno del Businco".