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La Cina nascose i dati sul coronavirus: la rivelazione in un'inchiesta

Cina-covid

PECHINO. La Cina ritardò la comunicazione dei dati sul coronavirus e in alcuni casi li nascose provocando "grande frustrazione" tra i ranghi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Èquanto emerge da un'inchiesta dell'Associated Press, pubblicata sul suo sito e fondata sulla documentazione riservata dei vertici dell'agenzia dell'Onu. Carte dalle quali viene fuori un dietro le quinte ben diverso dalle lodi pubbliche fatte dall'Oms nei confronti di Pechino.

Non c'è dubbio - ed è questa la prima conclusione dell'indagine sull'Oms - che Pechino abbia agito in cattiva fede: non solo per i ritardi nel comunicare l'evoluzione della epidemia, ma soprattutto per la questione del genoma, cioè della mappa genetica del virus.

La presenza del coronavirus a Wuhan fu mappata una prima volta il 27 dicembre 2019 da Vision Medicals, un centro privato cinese, e poi ancora da altri laboratori privati o pubblici, come il centro statale per le malattie infettive. Ma niente trapelò: tant'è vero che il 5 gennaio 2020, dopo la dichiarazione assolutoria del celebre virologo cinese Zhang Yongshen, l'Oms dichiarò che non c'erano rischi di una trasmissione uomo-uomo e quindi di misure restrittive per i viaggiatori.