Immagine tratta dal profilo twitter ufficiale del Comando delle truppe USA in Europa
“Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni”. Con questo importante libro, scritto nel 1997, lo scrittore, antropologo e divulgatore scientifico americano Jared Diamond vinse, l’anno successivo, il premio Pulitzer per la saggistica. Quel libro è un affascinante saggio antropologico e scientifico che cerca di spiegare per quali motivi la nostra tecnologica civiltà occidentale sia arrivata a dominare il pianeta. Una risposta tutta contenuta nelle prime 3 parole del suo titolo.
Armi, acciaio e malattie: grazie alla conquista, il possesso e la diffusione di questi 3 elementi, che caratterizzano il progresso industriale, le civiltà più forti sopravvivono ed evolvono. Quelle più deboli soccombono.
Sono le stesse 3 cose a cui viene istintivo pensare quando, in questi tempi davvero molto tristi, si assiste tutti inermi e preoccupati, rinchiusi come topi nelle nostre case, al diffondersi della pandemia di corona virus in Italia e nel mondo. Si pensa ad armi, acciaio e malattie anche quando ci si trova di fronte a notizie sul “Defender Europe 20”, questa gigantesca esercitazione delle forze armate americane e NATO in Europa, che coinvolge decine di migliaia di militari e 18 diversi stati, di cui anche noi abbiamo parlato in questi giorni.
È di poche ore infatti la notizia secondo la quale le forze armate italiane decidono di rivedere i propri programmi e annullano la loro partecipazione all’esercitazione. Lorenzo Guerini, Il ministro della Difesa, ha deciso che i nostri militari non faranno parte dell’esercitazione perché “gli uomini e le donne della Difesa sono in campo senza sosta per fronteggiare, in questo delicato momento, l’emergenza sanitaria e per garantire l’attuazione delle importanti delibere decise del governo”.
In questo caso la salute delle persone si dimostra più importante delle armi e dell’acciaio dei carri armati. La malattia prende il sopravvento nell’immaginario collettivo di tutti. E porta improvvisamente l’attenzione mediatica di molte testate giornalistiche su un evento del quale, all’inizio qui in Italia, si era in davvero in pochi a parlarne. Da questo punto di vista il sistema mediatico italiano sembra essere stranamente in bilico. Tra il non parlare dei fatti militari del nostro paese per la paura di esser tacciati di “complottismo” e quindi accomunati alle molte fake-news che circolano da sempre su questi temi, oppure il parlarne in modo accondiscendente o superficiale e poco approfondito. Forse per non informare realmente i cittadini e non disturbare troppo gli equilibri “geo-politici” di questa strana Europa e dei suoi complessi meccanismi militari frutto degli accordi NATO che è chiamata ad onorare.
Ora si parla di Defender Europe 20 che sembra interessare molte persone. Infatti diversi media rivolgono su questo evento la loro attenzione. Del resto stiamo parlando tutti anche di questi 25 miliardi di euro in deroga alle regole Europee con cui noi italiani dovremo pagare la nostra lotta contro il Corona Virus. E questi miliardi corrispondono all’incirca a quanto il nostro Paese stanzia per le proprie spese militari.
Secondo i dati forniti dalla stessa NATO nel corso dell’ultima riunione dei ministri della difesa, svolta a Bruxelles nel giugno scorso, il nostro paese è tra quelli che hanno incrementato la spesa arrivando a 21.4 miliardi di € nel 2019 con un aumento di 225 milioni rispetto ai 21.2 miliardi dello scorso anno, pari al 1.22% del PIL.
Se ne parla di più di cose militari anche perché molti pensano che sia giusto non aumentare ma ridurre gli investimenti in questo tipo di attività di “Armi e Acciaio”, soprattutto in un’era di Malattie. Molti cittadini italiani ed europei pensano questo. Non lo pensano però le amministrazioni di Stati Uniti e Germania che sono i due più importanti partner di questa anacronistica esercitazione con vasto dispiegamento di eserciti e armamenti in tempo di pace.
Defender Europe 20 sembra dover proseguire, contro tutto e tutti, contro tutte le indicazioni che precauzione e buon senso detterebbero. Seppure sia stata ridimensionata, infatti va avanti. Come è possibile leggere dal comunicato dello EUCOM lo US European Command che governa le attività delle forze armate americane di stanza in Europa. Verranno ridotte come numero le forze militari in campo e gran parte di quelle logistiche, gestite anche da civili, ma comunque rimane il fatto che decine di migliaia di soldati e migliaia di mezzi corazzati e armamenti, nei prossimi mesi, attraverseranno la Germania e le Repubbliche Baltiche per combattere una ipotetica guerra di deterrenza NATO contro il “fronte” nemico Russo.
una foto di militari impegnati nell'esercitazione COLD RESPONSE in Norvegia (fonte: EUCOM)
Ci si chiede tutti il motivo per cui, un evento di questo tipo, programmato dallo scorso anno, non sia stato totalmente sospeso. E anche perché la Germania non chieda a gran voce l’annullamento di questa inutile esercitazione sul proprio territorio. Dato che, insieme alla Francia, a detta della stessa Cancelliera Merkel, si appresta a diventare, dopo l’Italia, una delle nazioni europee più colpite dall’epidemia di corona virus.
Un totale annullamento di Defender Europe 20 poteva essere cosa giustificabile per Trump. Se non è stato fatto finora per la congenita mancanza di buon senso, da parte dei vertici militari USA che lo consigliano, oppure a causa della costante pressione da parte delle lobbies dei produttori di armamenti, sarebbe stato gesto presidenziale auspicabile almeno per mostrare il giusto rispetto degli Stati Uniti nei confronti dei paesi alleati europei che stanno vivendo questo momento molto difficile. E se nemmeno questo motivo fosse stato abbastanza forte Trump avrebbe potuto sempre addurre motivi di sicurezza delle truppe USA tali da giustificare comunque questo annullamento.
Del resto, con motivi simili, è stato possibile annullare anche altre esercitazioni che avrebbero viste impegnate in questi mesi le truppe americane nel vecchio continente. Esercitazioni tutte facenti parte del vasto “portfolio” EUCOM come ad esempio l’esercitazione Exercise Cold Response 20, anch’essa programmata da tempo ma prontamente rinviata dopo la richiesta perentoria del governo norvegese sul cui territorio si sarebbe dovuta svolgere. Un paese che, nonostante sia quello più settentrionale della NATO, confinante direttamente con la penisola di Kola fortemente militarizzata dalla Russia, seppure faccia molto affidamento sui rinforzi alleati mostra molta meno capacità di altri, e forse volontà, di fornire supporto adeguato a questi scenari di guerra simulata.
Atteggiamento di disponibilità ben diverso da quello dimostrato ad esempio da noi Italiani che, in qualsiasi momento della storia di questi ultimi 75 anni, per ringraziare gli Americani della liberazione dal nazi-fascismo siamo stati un partner sempre disponibile. Sostenendo una servitù militare molto imponente. Alcune fonti indipendenti stimano tale presenza in oltre 110 basi o installazioni statunitensi nel nostro paese
La mappa delle installazioni e basi USA in Italia (fonte kelebekler.com)
Si tratta pur sempre, bene ricordarlo, di 110 basi con attività militari di uno stato estero in casa nostra, luoghi la cui utilizzazione per operazioni militari dovrebbe essere preventivamente autorizzata dal governo italiano ma, a causa di diversi distinguo di carattere giuridico, tuttora oggetto di differenti interpretazioni, il nostro Stato di fatto ha lasciato e lascia ai comandi USA, sopratutto su alcuni di questi insediamenti ritenuti i più importanti e strategici, piena giurisdizione e libertà di azione, unite alla possibilità di porre propri vincoli di sicurezza nazionale e segreto di stato su molte delle attività che essi svolgono al loro interno.
Quindi, quello che appare evidente è quanto all’Amministrazione Trump che oggi chiude le proprie frontiere anche ai voli dall’Europa, considerato continente “infetto”, ben poco importi di noi Italiani, degli Europei e anche della salute dei propri militari, visto che anche loro non sono invincibili e verranno colpiti dal virus, esattamente come noi.
Armi, acciaio e coronavirus: l’Italia abbandona la maxi esercitazione “Defender Europe 20”
- Arnaldo Pontis