VENEZIA. Da sette anni a Venezia vengono ricordati i deportati nei campi di concentramento nazisti con l'installazione delle pietre d'inciampo: targhe a terra che indicano le case di coloro che non tornarono mai. La cerimonia del 2020 è andata in scena ieri. Presenta anche Moni Ovadia.
E l'Inveser, Istituto veneziano per la storia della Resistenza, ha voluto ricordare la prima pietra, posata a gennaio del 2014: era davanti all'abitazione di un sardo, Bartolomeo Meloni di Santulussurgiu, trapiantato nella città lagunare. Nato nel 1900 in Sardegna, arrestato come politico il 4 ottobre 1943 e deportato a Dachau, morto il 9 luglio del 1944.
Dedicata a un sardo la prima pietra d'inciampo per i deportati dai nazisti, il ricordo a Venezia
- Redazione