È una vittoria sul filo di lana quella ottenuta nella giornata di ieri dal premier turco Recep Tayyip Erdogan in occasione del referendum sulla riforma costituzionale. Un 51,3% che, pur ampiamente al di sotto delle previsioni, consente a Erdogan di trasformare la Turchia in un sultanato di fatto e di diritto, rafforzando le istituzioni in senso iper-presidenzialista. E mentre nel Paese esplodono le accuse di brogli lanciate dalla opposizione kemalista, gli osservatori inviati dall’Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) denunciano senza mezzi termini che il voto referendario “non ha rispettato i criteri democratici, a causa di “violazioni che contravvengono agli standard Osce, a quelli europei e agli obblighi internazionali sulla libertà e l’equità del voto”.