Italia e mondo

"Ilva, Di Maio falsa i pareri dell'Avvocatura: si dimetta", e Pigliaru appoggia Calenda

Pigliaru-Calenda

ROMA. Solo qualche mese fa aveva annunciato la necessità di chiudere l'Ilva. Ma il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha cambiato idea e ha concluso formalmente il procedimento avviato sulla gara di aggiudicazione disponendo "di non procedere all'annullamento" dell'aggiudicazione degli impianti di taranto  alla società Am Investco Italy (del gruppo ArcelorMittal). Il 6 settembre la firma dell'accordo con i sindacati, per il 13 è atteso il voto del referendum dei dipendenti (oltre 10000). E sul sito del ministero Di Maio ha pubblicato il parere che aveva richiesto all'Avvocatura dello Stato per supportare la propria decisione, sostenendo che ci fossero gravi irregolarità nella gestione del caso Ilva quando al ministero sedeva Carlo Calenda. Ma i giuristi statali hanno stabilito che per annullare la gara fosse necessario un interesse pubblico in tal senso. Che non c'era. 

Così è arrivata la sfuriata di Calenda: "Chiaro ora perché Di Maio ha tenuto segreto il parere! L’Avvocatura conferma in pieno parere precedente su rilanci. Eccesso di potere ci sarebbe stato se non si fosse tenuto in conto interesse pubblico. In un paese serio un Ministro che distorce un parere istituzionale si dimette". Una richiesta postata su twitter, che è tata rilanciata anche dal presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru. E nella repubblica nella quale un ministro degli Interni indagato apre l'avviso di garanzia in diretta Facebook, un retweet vale quanto una dichiarazione ufficiale.